recensioni dischi
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PROJEKT ICH  "By train through countries"
   (2019 )

Projekt Ich è un’idea messa in piedi dal bavarese Ulf Muller, il quale ha chiamato a raccolta vari cantanti internazionali per dar vita a “By train through countries” ma lasciando loro la libertà di imprimere, ai brani, distinte identità e con uno stile riconoscibile. Ecco, quindi, che nei 15 capitoli dell’opera soffiano diversi venti stilistici tutti da gustare. Per cominciare c’è “Time for memories”, plasmata su soffice giretto di tastiera che non può non far pensare agli anni ’80. “New dreams for old” va a raschiare ricordi per i Visage e, magari, nella traccia che segue “Where are the angels” è forse vietato pensare al nostro Gazebo più cavernicolo? Nessuno griderà allo scandalo. Nonostante “Little star” sia strutturata su elettronica modesta, con “Thanks” siamo noi a ringraziare per l’ambientazione sospensiva che i Projekt Ich ci fan vivere con gustoso ipnotismo. Invece, “The sleepy time” attinge dai tessuti sonori dei Pet Shop Boys per la base e dal cosmic-pop per il resto. Curioso l’episodio electro-grog di “The light man”, nonostante non sia nulla di speciale, mentre “Forgotten dreams” sembra uscita dalla fusione tra Depeche Mode e Deacon Blue, questi ultimi perché il narrato si articola sulla doppia voce uomo-donna. Quando entra in gioco “Lullaby for Alisa” la singer Asia Wolf ci trascina in una ballad onirica e decadente. Alla penultima tappa c’è il kraut-pop di “Das meer”, in cui è impossibile non pensare ai Kraftwerk. Chiude la title track, il cui versante strumentale è impastato con mood in bilico tra soundtrack e free-mode. L’apporto lirico dei pezzi è appannaggio esclusivo del suo mentore Muller, il quale ha fatto sì che le tematiche sociali e personali si sviluppassero su assi di sogni, amori, varie ed eventuali, finalizzate a fornire quadretti emotivi non impegnativi ma vissuti con equilibrio. Non era semplice adunare tanti nomi europei (Plexiphones, Marcus Mokuso, Mick Angelo, Softwave, Idistain, Erik Stein, Oleg Degtiarev tra gli altri…), ma “By train through countries” è l’eccezione che conferma la regola: volere è potere. (Max Casali)