recensioni dischi
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ALDO  "Dentro un'orbita"
   (2019 )

Da sei anni a questa parte, in Piemonte opera una band che ha capito una gran cosa: che assimilare ogni minimo dettaglio sonoro, catturato nell’orbita artistica, è preziosa pepita esperienziale per poi miscelare il tutto nell’obiettivo di ritagliarsi un tratto distintivo. Parlo del quintetto degli Aldo: autentici assimilatori di sound i quali, dopo un fitto biennio di live, hanno messo a posto una miriade di tasselli stlistici per firmare un gioiellino come “Dentro un’ orbita”: un’alchimia di rock, nu-funk ed avanguardia che tutto è meno che un lavoro dozzinale. Partono con efferata grinta scodellando “Afa” e, sicuramente, il brano dà l’idea che manchi l’aria per quanto è serrato il cantato della singer Elisa, verace capitano della nave Aldo, mentre la struttura sonora di “Tonino” sembra uscita da un ipnotico video-game, che taglia e frusta orecchie all’impazzata. Un consiglio per la prossima traccia è di non prendere alla lettera il titolo “40% Vol.” poiché, se volete davvero godervi il loro sound, sparatelo al 100% del Volume: un calderone cotto a puntino per scolare, al contempo, rabbia, impulso, angherie ma in totale onestà elettiva. Poi c’è “La Gabbia” che, per 200 secondi, ti incalza senza pietà in un turbinio punk-wave, appiccicandoti al muro con ironica irruenza senza che tu te ne accorga. Ora, “Tutto gravita” intorno ad un’orbita di un reggae-ttino spensierato, non solo per tirare il fiato ma anche per non dare per scontato cosa succederà in itinere. Infatti, provate ad indovinare cosa arriverà mai dopo... e tutti penseranno: riprenderanno a martellare di brutto? Macché! Ti spiazzano con l’estraniante intermezzo titolato, con esatta cronologia del disco, “Traccia 6”. Quindi, ancora una e poi basta? Purtroppo sì… ma che ultima, signori! “I want wait” dondola in un pop-reggae che destabilizza per semplicità ed innocente malizia catchy costringendoti, a giochi chiusi, ad ascoltare subito qualcos’altro se te la vuoi togliere dall’orecchio: rien va plus! Al combo piemontese riconosciamo l’abilità di saper gestire un sound variegato, frizzante, frenetico ed impulsivo con la verve di musicisti navigati. “Dentro un’orbita” è un esordio pulsante, coraggioso, che tracima passione e pennellate d’energia, col preciso intento di non banalizzare sfoghi con inflazionata retorica: mica robetta da poco. (Max Casali)