recensioni dischi
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VIXA  "Tutto a posto"
   (2019 )

Esordiscono i Vixa (si legge vi-per-a, quindi vipera, non vicsa), e lo fanno a volumi sparati con il disco “Tutto a posto”. Il loro sound è un alternative rock che si avvicina un po’ al grunge e un po’ allo stoner, senza però mai sbilanciarsi in uno dei due stilemi. Di certo resta la ruvidità, e gli imprevisti inserti di elettronica lo-fi in chiusura dei brani. La voce spinge a tutta forza, graffiando e spesso virando nel rappato da nu. Le parole sbattono all’esterno il frutto di introspezioni, come “Sbaglio da me”: “Hai perso la voglia di fare (…) non mi dire cosa è giusto e no, se alla fine tanto sbaglio da me”. O il singolo “Borderline”: “Non credo più a nessuno, a fanculo ogni cazzo di fottuto giorno buio (…) sangue caldo delle vene brucia come kerosene”. Quella che maggiormente esplicita l’agitazione è “Riserva di calma”, che considera la calma come benzina, che sta esaurendo. Il discorso di “Sbaglio da me” viene ribadito in “Immobile”: “Imparerò a contare solo su di me”, spia di questi tempi di profonde solitudini. Curiosa la scelta di circondare “Riserva di calma” da “Veleno”, divisa in parte 1 e parte 2, dove in realtà la canzone intera sta nella parte 1, mentre la seconda è una coda elettronica di 38 secondi. Il senso di drammaticità aumenta con “Illuso”, ricordando nel sound quasi i primi Verdena, nonostante la voce più corposa. “Lavoro di stomaco” parte marziale, ed ancora il testo vaga nell’insicurezza, alla ricerca di appigli anche se amari: “Accettare la realtà è un lavoro di stomaco, e ho bisogno di focalizzare le mie priorità senza sensi di colpa”. L’album si chiude con la scatenata titletrack, “Tutto a posto”, che al cambio di tempo fa partire una filippica verso l’opulenza e i disvalori dei nostri tempi. Vista la musica e l’interpretazione vocale, non risulta retorica né moralistica, è solo uno sfogo sincero e credibile, un’osservazione lucida urlata. Finalmente qualcuno che cerca veramente di risvegliare le coscienze degli ascoltatori, senza cadere nel cliché del predicatore pesante, ma neppure nella finta ironia in fondo assolutoria di tanti cantautori ammiccanti. E si spera che il veleno di questa Vixa faccia da benzina e da ispirazione per una nuova scena rock seria e valida. (Gilberto Ongaro)