recensioni dischi
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NIHIL PROJECT  "Paria"
   (2003 )

Quando c’è di mezzo Giancarlo Passarella, il guru dell’underground italiano o, come lo ha definito Antonio Ranalli, “vero e proprio animatore del movimento underground italiano”, puoi star certo che c’è aria di qualità. Ed è così anche per il Nihil Project, progetto di Janex e Antonello Cresti, che giunge al suo secondo importante compimento con “Paria”. Nihil Project è un collettivo aperto in perenne ampliamento, dedicato alla ricerca e alla sperimentazione a 360°. Ci dicono Cresti e Janex: «L’obiettivo principale che ci siamo posti è la critica della società dell’utilitarismo e del materialismo a favore della riscoperta della dimensione sacra e spirituale dell’esistenza umana. Parliamo di “alternativa archeofuturista” poiché l’etica degli ossimori contraddistingue anche l’approccio stilistico dell’ensemble: “archeo” poiché, partendo dalle esperienze non allineate comparse nel mondo a cavallo tra anni ’60 e ’70 (non a caso siamo in ottimi e fertili rapporti coi più insigni rappresentanti di quella scena in Italia), intraprendiamo un viaggio a ritroso fino a riscoprire un rapporto fisico e sacrale col suono tipico anche della paganità degli antichi popoli europei; “futuristi”, poiché sta a noi conciliare tutti i materiali raccolti in un’efficace nuova sintesi che ci permetta di individuare nuovi, rivoluzionari spazi comunicativi». Nihil Project si conforma inoltre come un’esperienza “altrove” rispetto ai comuni progetti musicali poiché predica una totale interdisciplinarietà artistica e trama i propri materiali sonori con le più varie esperienze provenienti da qualsiasi campo dell’espressione non massificata. Insomma, i Nihil Project “vivono nel mondo, ma non sono del mondo”, per loro stessa definizione. “Paria” continua il lavoro di pura ricerca ed assemblaggio delle idee, così come tentava di fare molti lustri fa il primo Battiato: in questo senso, solo un’etichetta come Ululati dall’Underground, anomala nel panorama italiano, poteva avere il coraggio, l’incoscienza e la voglia di pubblicare un cd di questo tipo. Ma perché un titolo come "Paria"? «Nell'antica società castale dell’India la parola "paria" era riferita al fuori casta, colui che per motivi prettamente sociali veniva posto ai margini della geselleschaft. Noi riteniamo che questa parola possa però indicare chiunque non si lasci incasellare, e dunque auspichiamo l’unione di tutti i paria della società per la creazione del nuovo pensiero libero». “Paria” propone oltre 73 minuti di musica con ospiti illustri (tra cui il saggista Walter Catalano), coinvolti anche emotivamente e sicuramente filosoficamente. Ci dicono ancora i Nihil: «L’album in questione è niente altro che la messa in musica del cammino, di un cammino verso la conoscenza di sé. Diviso in nove episodi (il fatto che il numero finale degli episodi contenuti sia un multiplo di 3 non è casuale per chi conosce la filosofia di Hegel), il lavoro consta tradizionalmente di una tesi, una antitesi ed una sintesi». Si comincia con “La realtà è la mia illusione” (introdotto da una invocazione coranica e caratterizzato da ritmi e suoni da acid dancefloor. Questo brano rappresenta la prima presa di coscienza del fatto che la realtà non esiste ed anzi ciò che pretende di esser chiamato realtà è quanto di più irreale esista), per proseguire con “A.S.C. - Altered State of Consciousness” (lunghissimo delirio che mescola swing, trip elettronico e free jazz e nel quale i Nihil hanno collaborato tra gli altri con Claudio Rocchi, Mino Di Martino e Cinzia Defendenti) e “Thelema” (che contamina il tribalismo etnico con le ampie volute della suggestione dark ambient della lunga introduzione). È poi il momento di “Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwlllantvsiliogogogoch” (allucinante già dal titolo, e relativa all’importanza del viaggio, quando viaggio è conoscenza e quando in attesa del nostos è bello anche "naufragare in questo mare"), seguita da una “alba elettrica” (“Electric dawn”) e da una “Alienazione metropolitana”. Se fin qui abbiamo assistito alla tesi, con questi due brani passiamo all'antitesi: nel testo di "Electric dawn" si narra degli ostacoli che la follia dei rapporti plastificati pone all’individuo differenziato. Essere paria sembra anche la diretta conseguenza della ghettizzazione cui viene sottoposto chi ha l’ardire di avere dubbi e non dogmi. "Alienazione metropolitana" può essere definita, invece, pura power electronics, o, se preferite, John Cage redivivo che narra dello scontro con gli ideali di consumismo ed illusorio potere di cui si fa portatrice la società. Recita un suo definitivo anatema lo scrittore Luca Rimbotti. Proseguendo nell'ascolto di "Paria", si passa poi ad analizzare “La metafisica delle vette” (riappropriarsi del proprio spazio, fare del proprio corpo un monumento, superare i propri limiti culturalmente creati), si sta in silenzio (“Silence”), che per i Nihil è «un ultimo spazio di profonda introspezione prima del definitivo abbandono», e si conclude con “Sequentia”. Un piccolo capolavoro della scena underground italiana, che non sembra fatto da italiani, e che ci auguriamo possa uscire al più presto dal “sottosuolo musicale”.