recensioni dischi
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MADBEAT  "Luci rosse"
   (2019 )

Come sta il punk italiano? Direi bene, calcolando che (da noi) questo genere non è mai stato supportato da grandi produttori e le bands han dovuto, spesso, organizzarsi in autoproduzioni. Quindi, si evince che volontà e convinzione alimentino il termometro di buona salute che sta vivendo il movimento. Di conseguenza, è doveroso rilevare che l'apporto fornito oggi dal quartetto piemontese dei Madbeat, col secondo album "Luci rosse", non sia proprio da trascurare, seguendo il discorso intrapreso nell'esordio "Ancora domani", datato 2015. Un collettivo che continua a far sentire il suo affilato sfogo col paraocchi, senza farsi condizionare da nessun agente esterno, la cui coerenza è uno dei fiori all'occhiello, ostentata senza remore e timori. Di certo, un gran bel biglietto da visita, sostenuto da nove tracce abrasive, corroboranti, incisive e perfor(m)anti, che si accettano senza mezze misure: "Play" o "Off", cosi come lo erano i vari caposcuola (Punkreas, Derozer, Peter Punk e compagnia bella...). "Luci rosse" è un'opera che va ingollata tutta d'un fiato, per non spezzare la tensione emotiva che se ne ricava dal viaggio intero. Già da "Amica mia" s'intuisce che questi ragazzotti di tenero hanno ben poco, sia nell'assetto esecutivo che in quello testuale, e sanno sputar bile con efferata concretezza. Si viaggia per una mezzoretta fino a "Specchio", con rullate frenetiche che dispensano treni lanciati, chitarre prepotenti che scuotono senza rispetto e bassi avvolgenti in gran spolvero. Il tutto impreziosito da quattro speciali ospitate: Pablo degli Uguaglianza, Gippy dei L.e.i.f.a./Cgb, Path ed Eugy dei Bull Brigade, rispettivamente presenti in "Amica mia", "Durerai stanotte", "Familia" e "Luci rosse". Senza sotterfugi, questo dei Madbeat è un disco concreto e coriaceo, che spalma belle creme tematiche con idee semplici ma taglienti, in cui l'energia profusa è il succo vitale per non cedere all'apatia e alla resa, costi quel che costi. E' palese che per loro c'è... "Ancora (un) domani" brillante e crescente. (Max Casali)