recensioni dischi
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MILLS  "Verletzt"
   (2019 )

Ecco anche la terza: “Verletzt” è il secondo album degli austriaci Mills, a due anni di distanza dal debutto discografico con “Monochrome”. La proposta del trio si staglia in una zona grigia tra pop e rock ed è fortemente influenzata da atmosfere dark, con palesi richiami ai maestri e all’epoca aurea del genere e, rispetto a “Monochrome”, in “Verletzt” è maggiormente presente l’elettronica, sempre dosata con cura e mai invasiva. I pezzi sono dodici, cantati sempre in tedesco e tendenzialmente lunghi, al punto che l’album arriva a superare di poco l’ora di durata e segnati da un’alternanza fra passaggi essenziali e muri sonori eretti dalla chitarra, ma, sulla lunga distanza, la sensazione è che i Mills finiscano un po’ per ripetersi: con qualche pezzo in meno, probabilmente, l’album non manifesterebbe qualche segnale di stanchezza nel finale. I Mills sembrano dare il meglio nelle fasi più ragionate, quando i suoni si dilatano e vengono ricamati con maggiore cura: non è un caso che il pezzo più ispirato sia “Stille”, seguito da “Regen”, dove l’intreccio fra sintetizzatore e chitarra funziona perfettamente e regala un brano di grande intensità, mentre episodi come “Engel” non sono egualmente a fuoco. “Verletzt” è un lavoro nel quale non tutte le idee sono state sviluppate come avrebbero potuto e che si ferma, quindi, intorno alla sufficienza. (Piergiuseppe Lippolis)