recensioni dischi
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MAIONE  "Parola di Franz!"
   (2019 )

Voglia di un disco fatto “come una volta”? Maione arriva al secondo lp della sua carriera da solista, due anni dopo “Assassini si nasce”, e pubblica “Parola di Franz!”. Dodici brani che rivelano una passione continua per la chitarra ma anche per la canzone d’autore, senza però mai prendersi troppo sul serio. Ma facendo le cose sul serio, questo sì. Si prenda un brano a caso, per esempio ''Le cose già dette'': una scrittura fitta e intelligente per un brano molto intenso e molto malinconico, con gli archi, e la voce che si muove nel modo giusto, con tutti i dettagli curati alla perfezione; qui e là sembra di sentire gli Avion Travel d’antan. Naturalmente ci sono anche episodi più agili e rock: per esempio ''Batti cuore'', che ha un ritornello trascinante, ma anche ritratti di humour nero quale ''Il gobbo dell’ultimo piano'', che apre il disco. C’è ironia anche con ''Il ritornello dell’uomo normale'' (che “accetta la vita” con l’accetta) e c’è qualche riferimento alle radici napoletane del cantautore, che ora vive a Milano ma non ha mai rinnegato i legami con la meravigliosa metropoli sul Golfo: ecco per esempio l’intensa ''Tiemp’'', ed ecco anche il ''Canto delle lavandaie del Vomero'', che ripesca da suoni mediterranei quasi ancestrali. E non si può trascurare nemmeno ''Parola di Franz!'', la canzone che dà il titolo all’album, con la sua cantilena voluminosa che celebra la follia con il suo “’o sang è pazz’” e che ci accompagna in una vera e propria gita al manicomio. Tante le facce del disco: ci sono ritratti curiosi ma verosimili, ci sono soprattutto tante canzoni suonate davvero, per quello che è tuttora il chitarrista del Rhapsodija Trio, ma anche cantautore del Club Tenco. Maione ha già riscosso numerosi premi con la sua attività. E altri ne conquisterà se prosegue sulla strada tracciata da questo disco. (Domenico Carbonaro)