recensioni dischi
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BJRG  "Skin deep"
   (2020 )

Molte influenze trip-hop (viaggio saltellante) e new wave (nuova onda) per il primo album di BJRG. Il nostro (che bello dire “il nostro!” e non americano, britannico, ecc.) non ha bisogno di molte presentazioni, visto il successo del precedente LP. La formula usata è la seguente: due microfoni, una stazione ad anello (si chiama loop station, ma siccome è un lavoro nostrano tradurrò tutto in italiano, come avete già notato) e dei pedali per il ritardo. Però è tutto qui. Bravissimo, ma non aggiunge niente di nuovo al panorama internazionale, forse qualcosa a quello italiano. Mi piacciono le canzoni, ma se non avessi saputo che ha fatto tutto solo con la sua voce, lo avrei mentalmente catalogato con un album della seconda Bjork con delle spruzzate di Goldie. Se non si ha una guida sulle ragioni di tale titolo e canzoni, non lo si può apprezzare a pieno. Secondo BJRG è un lavoro incentrato sull’apparente senso, quello del contatto, il quale altro non è che una repulsione elettromagnetica tra gli elettroni della nostra pelle. Concetti derivanti dalla fisica quantistica. Molto affascinante, profondo e romantico, ma come lo si traduce in musica? Oserei rispondere: ''Nothing'', come il titolo della terza canzone. L’unica che mi è veramente rimasta nella mia stazione ad anello mentale. Ascoltatelo piu’ di tre volte. Forse il vostro tatto sarà migliore del mio. (Matteo Preabianca)