recensioni dischi
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BARBARA BERT  "Profili di donna"
   (2020 )

Quando si parla di pop lo si associa, spesso, ad aspetti sdolcinati e sanremesi, affogati nella melensa solfa del “cuore-amore”, che decanta storie turbate, sofferte, finite, delle quali francamente non se ne può più. Quando, invece, il genere viene trattato con espressioni che si svincolano dal personale ed attualizza il sound con dorature d’esperienza (la foto di copertina è già un’eloquente indizio...), si gustano prodotti come “Profili di donna” della carrarina Barbara Bert(oloni), supportata dell’efficacia produttiva di Mr. Jericho (Marco Della Bona) e l’ausilio di belle firme autorali come Bungaro, Germanelli, Milano e Mignogna. Un esordio ben congegnato da due anni e che arriva finalmente a concretizzarsi dopo un fitto vissuto artistico. Le tastiere spadroneggiano nel singolo iniziale “Souvenir”, in cui è garantita la freschezza risolutiva fino al crescendo in coda. Dopo questo, altri tre sono i pezzi scelti su cui puntare: “Pinealove” (presente anche in versione Club-mix) è un affresco di modernità, proposto in duetto uomo-donna con velature oriental-tribali, accenni rap e spolverate di tromba, mentre “Mon amour” (pure in versione Radio-edit) è quello che fa maggior presa all’istante, grazie ad un refrain snello e dinamico che sposa bene l’incidenza ritmica. Invece, loops e synth vagamente eighties ondeggiano leggiadri nel gioioso andazzo (ma dai contenuti profondi) di “Come i mari degli atlanti”, riscuotendo molte attenzioni da parte dei media, ma siamo convinti che avrebbe, altresì, fatto furore all’epoca delle euro-hits . Con “Cuori di ossigeno” e “Un fiore tra la neve”, la Bert lucida la vetrina della sua elegante tecnica vocale con soffuse e raffinate acoustic-ballad, mentre “Non ti dirò” traccia la retta via del compromesso tra dosata elettronica e sentimental-pop. La title-track fa scorrere i titoli di coda, ritagliandosi un’altra angolatura intensamente ponderativa, nella quale la bravura di Barbara non dista molto da quella di Arisa. D’altra parte, per toccare questi apici, la singer toscana si è forgiata attraversando crocevia di lezioni di canto, militanze in orchestre, piano bar e (soprattutto) alcuni anni nei Milk and Coffee (ricordate? Quelli di “Indianapolis”, “Quando incontri l’amore” ecc…) . Benchè abbia intrapreso l’avventura solista da appena un biennio, “Profili di donna” già l’identifica con evidenti segnali di maturità, senza puntare su aspetti autobiografici ma preferendo colloquiare con tematiche che riportino l’attenzione delle persone, volta al recupero di aspetti sociali ed interpersonali smarriti nel nulla. Brava Bert! Plauso… (Max Casali)