recensioni dischi
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ALESSANDRO BARBANERA  "In the middle of the path"
   (2020 )

Alessandro Barbanera è un artista classe 1983, originario di Assisi. Nell’ultimo scampolo di 2019, Barbanera ha fatto il suo debutto discografico con un EP intitolato “In The Middle Of The Path”, pensato come un diario di bordo e una riflessione esistenziale sulle esperienze vissute da chi è “nel mezzo del cammin” della vita. I pezzi sono cinque, quasi sempre figli di soluzioni compositive estremamente ricercate, che concorrono a rendere non semplice un ascolto che, però, anche grazie ai riferimenti letterari, si fa estremamente affascinante. “In The Middle Of The Path” avvia il suo cammino con “Time Bears Away All Things” (da “Omnia fert aetas, animum quoque”, citazione di virgiliana memoria), un drone che segue un lento crescendo e che nel suo incedere si carica di luce. “A Day Into The Planer Machine”, ispirata agli scritti di Mark Fisher sull’alienazione dell’individuo nella società capitalista moderna, è leggermente più opaca e ruvida, e sono proprio queste caratteristiche a regalare un senso di inquietudine. “Submerged Mirror”, che invece accenna a “La cathédrale engloutie” di Debussy, tiene vivo questo senso di tensione, mentre “Ghosts In Front Of My Sleepy Eyes”, più rarefatta, scivola senza aprire squarci luminosi. È “Ataraxy” a chiudere e non è un caso: il riferimento è alla felicità epicurea, intesa come assenza di turbamento, un concetto che tanta parte ha avuto nella storia del pensiero e che qui diventa il passaggio cruciale per la seconda parte del viaggio, segue un ritmo meno lineare rispetto agli altri quattro brani, con undici minuti che scorrono, tra ambient e sperimentazioni, con una certa imprevedibilità. Quello di Barbanera è un esordio notevole, complesso senza eccessi ed estremamente curato, oltre che impreziosito da una serie di rimandi filosofici da far brillare gli occhi. (Piergiuseppe Lippolis)