recensioni dischi
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AvA  "Lo squalo"
   (2020 )

“Lo Squalo” è l’album di debutto di AvA, cantautrice e produttrice romana, nonché prima rappresentante italica del genere moombahton. Nato dall’incontro tra l’house olandese e la wave latina, il moombahton sta lentamente conquistando popolarità in altri lidi, ma arriva in Italia grazie al coraggio e all’ispirazione di AvA, che lo interpreta in maniera dinamica, raccogliendo, nei ventuno minuti de “Lo Squalo”, anche altre influenze: sequenze afrobeat, rap e trap si legano a quelli che possono essere considerati gli stilemi di un genere comunque ancora in via di sviluppo. AvA sceglie un approccio diretto e fa de “Lo Squalo” una sorta di manifesto artistico, anche in termini di scrittura: aperto proprio da “AVA”, una sorta di presentazione su un ritmo incalzante, l’album prosegue con “Adesso Il Capo Sono Io”, tra intarsi orientaleggianti e messaggi femministi che si sposano alla perfezione col personaggio e il “concept” AvA. “Donna Alpha”, come può suggerire il titolo, spinge ancora sul tema dell’affermazione di genere, pur con strutture più melodiche, mentre “Orgia Neuronale” si aggrappa a un ritornello adesivo, che vi ritroverete a canticchiare ad ascolto finito. “Shazam”, invece, singolo di lancio dell’album e ispirato alla trap francese, parte all’attacco di alcuni trapper che plagiano beat altrui, citando il caso di “Thoiry”, che ricorda molto da vicino “Fais Le Mouv” di MHD. La trap, l’house e le sonorità latine tornano a flirtare nell’ottima “Vertigo”, prima di un’esplosiva “Lo Squalo”, animale che incarna benissimo lo spirito di AvA. “Lo Squalo” è un esperimento coraggioso e riuscito: interpretare un genere ancora estraneo alle nostre latitudini e ricamarci sopra testi “militanti” (che fra le righe rivelano il desiderio di denunciare le diverse sfaccettature del gender gap), più che proporre una sorta di matriarcato, è quantomeno sinonimo di grande personalità. (Piergiuseppe Lippolis)