recensioni dischi
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LAURA AGNUSDEI  "Laurisilva"
   (2020 )

Quello di Laura Agnusdei è un nome forse (ancora) non troppo conosciuto, nonostante un curriculum di spessore. Dopo gli studi classici e un master in composizione di musica elettronica conseguito in Olanda, all’Istituto di Sonologia, la nostra è emersa come sassofonista dei Julie’s Haircut e poi con “Night/Lights”, pubblicato nel 2017. Debutta sulla lunga distanza nel 2019 con “Laurisilva” (appena uscito per The Wormhole Records), il nome scientifico di un tipo di foresta subtropicale, che include sei pezzi e si esaurisce in poco meno di trentuno minuti. Il sax è l’elemento portante di un’opera ambientata in scenari quasi post-apocalittici, in scala di grigi, e segnata dai dialoghi con altri strumenti, come la tromba di Elisabeth Lusche, il flauto di Thomas Reyna, il clarinetto, il sax alto e il flauto di Giacomo Bertocchi, la trombetta di Chloe Abbott e il clarinetto di Riccardo Marogna. L’impostazione è elettroacustica, l’effetto è a tratti straniante, a partire dalla narrazione malinconica di “Epiphyte Blues” e dall’incedere lento dell’elegante “Lungs Dance”. Più avanti, in “Shaky Situation”, l’elettronica si prende la scena, ma “Laurisilva” riporta l’attenzione sui fiati, che disegnano un’atmosfera leggermente polverosa e fiabesca. Gli arzigogoli di “Jungle Shuffle” sono scanditi da un percuotere ossessivo, mentre “Golden Kites” è il lento scivolare di onde calde e luminose ed è così che si spegne “Laurisilva”, un bellissimo viaggio all’interno di un mondo misterioso e imperscrutabile, nel quale perdersi e dal quale farsi trasportare. (Piergiuseppe Lippolis)