recensioni dischi
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CLAUDIO F. BARONI  "The body imitates the landscape"
   (2020 )

Il compositore Claudio F. Baroni, argentino di origini italiane ma residente ad Amsterdam, si occupa di musica strumentale che sviscera la natura dei suoni ed il passaggio del tempo. In questo lavoro, egli ha collaborato con l’artista Adi Hollander. Lei è un’artista visuale, e ha concepito un sistema di oggetti ergonomici, che trasformano il suono in vibrazioni trasmesse dirette al corpo. Quindi, si presume che queste musiche abbiano tutt’altro effetto, se ascoltate con il corpo lì, dentro quell’installazione. Sono lenti impulsi bassi, assieme ad interventi del suo ensemble (flauto contralto, clarinetto basso, contrabbasso, tastiere, chitarra e percussioni tra cui il vibrafono), sopra ai quali la voce di Claudio è principalmente sospirata sottovoce. Ogni brano è dedicato a una parte del corpo, e l’album prende il nome di: “The body imitates the landscape”, disco appena uscito per Unsounds Records. Da “Atama (the head)” fino a “Senaka (the back)”, passando per “Kao (the face)” e “Kata (the shoulder)”, ci sono note lunghe e mantenute febbrili, e una voce femminile anch’essa parla sottovoce in varie tracce. In “Koshi (the pelvis)” si verifica una certa programmata situazione di disorientamento, fra note sempre più inafferrabili nella loro metrica, e un invito ad entrare in una dimensione meditativa. Torna la voce maschile in “Uesuto (the waist)”, e i bassi si fanno sentire massaggianti pure troppo bene. “Oshiri (the butt”) e “ASHI (legs and feet)” concludono l’esplorazione del corpo umano, quali vettori ideali di questo peculiare tipo di musica. Forse è concepita appositamente per avere un effetto rilassante sul corpo, ma anche ascoltato sulle orecchie in cuffia sembra fare un benefico effetto. (Gilberto Ongaro)