recensioni dischi
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JAN WAGNER  "Kapitel"
   (2020 )

Il nuovo album di Jan Wagner, Kapitel (appena uscito per Quiet Love Records), è un grande inno alla vita, alla speranza e alla musica come forma d’arte sublime. Là dove il suo debutto Nummern finisce, lì Kapitel incomincia. Il piano, pur sempre centrale, ora non è più l’unico protagonista a farsi largo nel disco. Le otto canzoni che compongo l’album si snodano attraverso paesaggi naturali, artificiali e sognati come visti dal finestrino di un treno in corsa. E le emozioni non mancano.

Kapitel, si diceva, riesce a rendere il piano una voce – sempre la più forte e leggiadra, sia chiaro, ma una voce – in mezzo a tante altre. I tappeti di synth che abbracciano i fraseggi di piano indicano che l’impatto emotivo ricercato da Wagner è diverso rispetto al debutto: è centrale, potente, grandioso, ma ha una direzione in ogni caso diversa da quella cui puntava Nummern. Lo dimostrano i primi brani, lo dimostra la chiusa magnifica. Si tratta di bozzetti che non provengono tanto dall’idea di improvvisazione (ma anche da questo, intendiamoci) quanto da quella di non-finito, un incompleto e frammentario voluto, poetico, strano.

Incompleto, frammentario, evocativo, diverso. Questo cerca di essere Wagner dall’inizio alla fine. Se “27” ne è la prova più tangibile, “9” è il tentativo più forte di allontanarsi da ciò che fu Wagner, mentre “36” è ciò che sembra voler diventare. Pulsante, infuocato, sabbioso, il pianoforte si mescola tra i synth così flebili e vivi, lontani ma che riempiono tutto, drammatici senza risultare banali. In questo modo, con l’apertura intricata di “11” e il volo (cantato e pregato) di “30”, Wagner è libero di sperimentare fin quanto abbia voglia.

E la voglia a Wagner certo non manca. Nella sua musica c’è ispirazione, speranza, voglia di ribadire che il suono è salvezza, paradiso-inferno perfetto, intangibile sostanza di sogni, come quelli nei quali è immersa “28” e che evoca la conclusiva “14”, sogni che possono soddisfare e lasciare esterrefatti, possono deludere e possono spaventare, che danno e tolgono quanto la vita, che Wagner, con Kapitel, prova in qualche modo a fermare. Ma un secondo, e immediatamente riparte. (Samuele Conficoni)