recensioni dischi
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ANDROMACA  "The curse of the mad hatter"
   (2020 )

In The Curse of the Mad Hatter, gli Andromaca, duo sperimentale formato dal musicista e compositore Stefano Bertoli e dalla soprano Antonella Suella, compiono un viaggio nella stratosfera per restituirci i suoni provenienti da qualche angolo remoto della nostra galassia, tra vocalizzi alienanti, effetti sonori sinistri e trip psicheledici.

The Curse of the Mad Hatter non è musica facile. Il disco comprende un unico brano di quasi quaranta minuti che è impossibile da etichettare o semplificare. Gli Andromaca vogliono che l’ascoltatore si sieda con loro sulla propria personalissima navicella spaziale e insieme a loro compia un viaggio ai confini del cosmo dove ogni singolo vocalizzo e ogni minima vibrazione sonora potrebbe indicare che la meta è vicina o che lo scopo è lontano e invisibile.

Scariche di tensione, momenti di raccoglimento, violenza e meditazione, paura e carezza si alternano come nella vita umana, bisognosi gli uni degli altri, nell’eterna lotta tra opposti che è questo disco. Graffi e cerotti, dolore e speranza, sensazioni che si intralciano, gridano, corrono, veloci come nella realtà, ingabbiate in un tripudio di suoni, rumori, sussurri.

Si tratta di un album dove il mestiere e il talento dei due protagonisti si fondono e brillano sia messi insieme sia presi singolarmente. Grandi passaggi strumentali ideati da Bertoli – alcuni onirici, alcuni tattili, altri ancora appena accennati – si mixano sapientemente con le vulcaniche evoluzioni vocali della grandiosa Suella, in un incrocio di elementi che potrebbe sembrare inizialmente impossibile, assurdo, ma che sin dal principio del brano dimostra di essere azzeccato e avvolgente, una scommessa vinta, tutti elementi che fanno di The Curse of the Mad Hatter un disco riuscito: difficile, senza dubbio, ma assolutamente godibile e, per chiunque voglia provarci, accessibile. (Samuele Conficoni)