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YOY  "Yoy"
   (2020 )

Yoy, il cui disco omonimo è uscito il 15 marzo scorso, è un concept che esprime fascino musicale e intelligenza creativa. L'album è certamente frutto di un lavoro maturato col tempo, una vertigine ipnotica di suoni che sfocia in questa dichiarata ibrido-elettronica, che tra le sue intercapedini svela infatti influenze soul, pop e rap.

Il purismo di generi ormai difficilmente può sopravvivere in una propria bolla, senza essere influenzato dal bombardamento di sonorità differenti a cui siamo inevitabilmente sottoposti ogni giorno. Lorenzo, Massimo e Giacomo questo lo sanno bene, e nonostante seguano l'evidente rotta della sperimentazione elettronica, dimostrano come è possibile amalgamare tutto in un risultato ben riuscito.

E' altrettanto evidente come, giocando con suoni che potrebbero essere alla portata di molti, l'esito ottenuto sia invece capacità di pochi. Non è il possesso dei mezzi, ma il loro utilizzo a fare la differenza.

Yoy è un progetto attuale, fresco, internazionale e per nulla scontato. Le voci, a volte limpide e a volte manipolate con giusta dose, si mescolano elegantemente ad ampie chitarre, pattern ritmici, lead synth e campionamenti realizzati ad hoc con cura quasi maniacale.

Una caratteristica che salta all'orecchio man mano che ci si lascia trasportare dal mood, a tratti sci-fi, degli Yoy, è che i brani seguono la regola costante di nascere volutamente confusi, di svilupparsi in una direzione sempre più chiara, fino ad 'esplodere' in un sound deciso. Attenti, poi, all'introspezione dell'essere umano e alla speranza collettiva per un mondo migliore, la loro scrittura bene si amalgama con tali evoluzioni sonore.

''Believe'', uno dei brani contenuti nell'album, il cui video è stato presentato il 12 febbraio scorso su Rolling Stone Italia, è ''Un immaginario flusso di pensiero ispirato alla vicenda mitologica della caverna di Platone''.

L'essere umano annebbiato da ombre e apparenze, conosce davvero la realtà? E se ne viene a conoscenza, è in grado di liberarsi totalmente dalla schiavitù in cui si trova? O avrà difficoltà a districarsi tra coloro che non sono in grado di 'vedere'?

Noi, che in queste ultime settimane siamo forzatamente rinchiusi e incatenati nelle nostre 'caverne', quanto conosciamo davvero del mondo lì fuori attraverso ciò che ci comunicano i media? Un ragionamento molto attuale sia nel concetto, sia nelle scene girate.

Un progetto come questo, non può che promettere bene. (Alessandro Buono)