recensioni dischi
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TALKING BOOK  "Talking Book II"
   (2020 )

Allora, vediamo chi c'e'. L'eclettico bassista dei fu Faith No More e Blum, l'uomo principale dietro la meno conosciuta, ma non per questo meno interessante, avanguardia di Blanketship e la musique concrète dei Beaks Plinth. Quest'ultima credo abbia influenzato i contenuti dei Talking Book a un livello piuttosto fondamentale, essendo, in sostanza, assemblaggi di suoni provenienti da vecchie registrazioni, manipolati e deformati in nuove forme scultoree. Immagino droni che volano, gettando note sulle nostre teste, quando ascolto ''They came at dawn'' (traccia n.8). L'austerità dei suoni qui presenti possono sorprendere i fan dei Faith No More, ma vedendo cosa hanno fatto gli ex membri della band, non ci si dovrebbe stupire piu' di tanto. Ogni brano di ''Talking Book II'', appena uscito per Koolarrow Records, è costruito a partire da un assemblaggio di suoni, toni e trame diverse, che vengono poi avvolte in un unico tappeto sonoro schizofrenico, una sorta di bricolage audio. I pianoforti sono spettrali e minacciosi, le chitarre sporche e le campane di chiese lontane e oscure (sì, ci sono anche quelle qui!). Le voci sono assenti, salvo una voce rauca in una traccia finale. Il resto dell'album e' una malinconica nebbia sonora alla deriva di un non precisato fiume di note. I suoni dei Talking Book sono come le foglie d'autunno: romantiche, affascinanti, anche se decadenti. (Matteo Preabianca)