recensioni dischi
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GIUSEPPE CIABATTONI  "Sacred spring"
   (2020 )

Il giovane musicista marchigiano lancia il suo disco d’esordio proprio nel periodo del lockdown da Covid-19, ma il titolo era stato già deciso da tempo. Proprio per questo “Sacred spring” suona profetico: la primavera sacra era un rito della terra d’origine del nostro chitarrista e del suo “secondo”, Gianmarco Spaccasassi, entrambi del Piceno. Si celebrava come rito propiziatorio durante le carestie o in momenti difficili, ecco quindi come mai alcun titolo fu più adeguato di questo al periodo che stiamo vivendo. Questo progetto descrive l’idea di musica del giovane Ciabattoni, fortemente influenzato da John Scofield, il cui genere viene richiamato nei sette brani originali, tutti di matrice jazz-funk. E se i primi due brani, “Confused” e “Black moustache”, sono assolutamente dei jazz venati di funk e rock, i successivi tre (“Lute”, “My friend left me a present” e “Nice Couples”), che costituiscono il cuore pulsante del disco, virano decisamente verso un genere più squisitamente fusion. Mentre gli ultimi due, “Back my lonely house” e “A quarter to midnight”, rallentano il ritmo chiudendo il CD con queste due ballate. Decisamente un genere non facile, questo di Giuseppe Ciabattoni, non fruibile da chiunque né forse apprezzabile dal grande pubblico. Ma chi è appassionato di jazz moderno o musica fusion non potrà non restare colpito dal talento del giovane musicista, che non mancherà di farsi apprezzare meglio nelle sue prossime prove. (Francesco Arcudi)