recensioni dischi
   torna all'elenco


POPFORZOMBIE  "E.p."
   (2020 )

Se uno butta l'occhio sull'anno della loro formazione (2016), penserebbe che il quintetto dei Popforzombie ne debba ancora fare, di esperienza, ed invece, prima degli ultimi quattro anni di attività con questo nome, c'è un background rispettabile, poiché la band in oggetto prende forma dopo i vissuti di complessivi 5 albums (3 con i SUBà e 2 con i Moivo) suscitando lodevoli segnali nel panorama underground e qualcosa di più. Oggi, arriva la produzione importante, quella che sta dietro ad un nome di rilievo: Max Casacci, già in stretto legame (per chi ancora lo ignorasse) con Subsonica e Negrita. Dal suo mirabile tocco prendono forma i quattro pezzi di "E.p.": un delizioso pokerino esente da bluff e mirato, piuttosto, alla sostanza di tematiche e sentimenti comuni, con i conseguenti alti e bassi, tra potenza e scoramento, tra abisso ed emersione d'anima, tra calore ed il gelo di una "Antartide", fin troppo attraccata nell'imo di tutti noi, e che ci riporta, spesso, nell'eterno dilemma se tutto quello che si è fatto finora sia stato coscientemente consono a scelte azzeccate o mancate: un singolo che suona con l'anelito del free-indie più abbordabile e spensierato, con retrogusto amaro. Dedicato agli invisibili di strada, "Figure umane ed angeli", tocca da vicino l'indifferenza verso un mondo di "ragmen" fatto sfilare troppo velocemente dalle nostre viste, senza tener conto della "ricchezza" potenziale che è insita in loro, ed il respiro rassicurante del brano vuole, in qualche modo, declamare una carezza sensibile con evidente spinta vocale. Fin qui: successi, sconfitte, illusioni, incertezze, dubbi, rimorsi, in un fluire ricorrente, ai quali noi siamo chiamati a decifrare risposte ed intuiti. Ma sono proprio quest'ultimi che, sovente, sono errati: infatti, che ne sappiamo esattamente di trame nascoste di violenza, di guerra, di sorprusi? Ecco che i Popforzombie provano con "Libia" ad accorciare le distanze: non quelle geografiche, ma quelle che intercorrono tra la nuda e cruda realtà di scenari drammatici e la nostra imperfetta percezione, con una traccia più cantautorale rispetto alle precedenti, favorendo il racconto misurato e poco incline all'enfasi, proprio per non appesantire l'onere argomentativo. L'altro singolo "Uno è per la vita" ci sfiora con "lacrime" di chitarra acustica, che ben testimoniano la malinconia descrittiva del vuoto e dello smarrimento che attanaglia l'anima nella perdita, destinata a rielaborare sempre rapide soluzioni per riportare l'incombente fremito esistenziale su binari salvifici. Con appena quattro songs, i Popforzombie han forgiato un elucubrante vibrato emotivo con un indie-pop calibrato e ben delineato, che non si contempla cosi... a Casacci(o). (Max Casali)