recensioni dischi
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JØRGEN TELLER  "City size tone part 2 "
   (2020 )

In City Size Tone Part 2, appena uscito per Clang Label, Lucky Ringston aka Jørgen Teller, insieme al suo ensemble, dà vita a un progetto ambizioso e gradevole, complicato ma al tempo stesso accessibile. In questo lavoro, diviso in tre parti e commissionato dal Wundergrund Festival di Copenhagen del 2013 in un ambito tematico riguardante New York, Teller prova a immaginare quali siano le potenzialità della musica nel 2013, il suo ruolo e i suoi scopi, rispetto a ciò che immaginava quando iniziò la sua carriera nei primi Anni Ottanta.

Una serie di synth old-school, vibrazioni, rumori, pulsazioni e feedback crescono, diminuiscono, si alternano e lottano dall’inizio alla fine, provocando nell’ascoltatore improvvisi sussulti che riempiono il vuoto dei momenti più calmi. Siamo sballottati in balia di una sperimentazione, estrema, difficile, ma piena di sentimento dall’inizio alla fine. Teller rifugge da una musica apatica. Anche se si affida all’elettronica, con musicisti di qualità che lo seguono perfettamente, non lascia mai che sia la macchina a decidere quali direzioni prendere. La sperimentazione è continua, intricata, selvaggia, e l’apporto non-umano è fondamentale, ma l’idea che l’uomo possa farsi da parte è impensabile. La musica di Teller esplora i sentimenti più profondi e celati dell’uomo, quelli che l’anima tiene chiusi a chiave e che solo l’arte può provare a esplorare.

E così siamo catapultati in quaranta minuti potenti e vibranti, a tratti ostici, a tratti delicati, che dipingono quello che la musica poteva essere nel 2013, può essere adesso, potrà essere in un vicino futuro. Più che scontro uomo-macchina, che a tratti sarà forse inevitabile, Teller prova a conciliare i due mondi, prova a farli convivere dando vita a una pièce programmata nei dettagli più minimi, precisa e coerente, dove i musicisti hanno libertà d’azione ma sono legati indissolubilmente agli strumenti elettronici che suonano, ai rumori che eseguono, ai suoni che creano. In questo equilibrio precario, siamo disposti a calarci nel buio e ammirare che cosa ha da dirci quest’opera. Ed è proprio facendo leva sulla nostra curiosità che Teller ha provato a creare uno spazio che guarda al passato (synth droni radio, modernismo dei ‘50s, Messiaen, Stockhausen) e a costruire un futuro. (Samuele Conficoni)