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VALERIO CINQUE  "Un labile tepore"
   (2020 )

“Un Labile Tepore” è il l’album di debutto del cantautore e musicista Valerio Cinque. L’artista di origini pugliesi è arrivato a questo disco dopo un intenso lavoro durato quattro anni, a margine di un percorso che l’ha visto dapprima diplomarsi all’Accademia di Musica Moderna e poi laurearsi in Chitarra Jazz al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. Valerio Cinque parla della musica come della sua autentica ragione di vita, in particolar modo da quando ha perso entrambi i genitori in un incidente stradale. Ed è proprio a sua madre e all’idea stessa di amore materno che l’artista sceglie di dedicare quest’album, composto da dieci brani, per una durata totale di poco inferiore ai quaranta minuti. Inaugurato e chiuso da due spoken (“Lettera Di Compleanno”, “La Perfezione Del Tuo Amore”), l’album insegue un’idea di cantautorato dove la tradizione incontra la modernità e dove le atmosfere si fanno calde e avvolgenti. I pezzi, legati indissolubilmente da un fil rouge che racconta la crescita emotiva e personale dell’artista, sono supportati dalle carezze di un quartetto d’archi che, insieme alla chitarra, suggeriscono un delizioso senso d’intimità, e anche impreziositi da una scrittura dal gusto a tratti retrò, ma tremendamente vicina alla poesia. Il livello è già alto con la titletrack e “Nella Mia Umanità”, dotate di una forza espressiva francamente disarmante, mentre la successiva “L’Identità” si stratifica e si sviluppa in un’ambientazione rarefatta. “Mondo Di Veglia” regala l’intreccio delle voci di Valerio Cinque e Giulia Mastria, presente anche nella struggente “Volare Via”. “Un Labile Tepore” trova un altro dei suoi epicentri emozionali in “Su Di Una Costa Deserta”, mentre “Nel Turbinio” esalta ancora le doti di scrittura di Valerio Cinque. L’ultima piccola gemma di questo album è “La Legge Del Miracolo”, dove l’artista dialoga ancora con Giulia Mastria. “Un Labile Tepore” affascina per la delicatezza e la profondità dei temi affrontati e per la capacità di calarli in un contesto sonoro che non avrebbe davvero potuto essere più adatto. (Piergiuseppe Lippolis)