recensioni dischi
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THE MILLS  "Cerise"
   (2020 )

“Cerise” è il primo album di The Mills, quartetto vicentino nato all’alba dello scorso anno. “Cerise”, parola francese per “ciliegie”, racchiude un significato simbolico, che ha a che fare con la rinascita della primavera e che rappresenta anche i primi spiragli di luce durante l’emergenza Covid-19. I pezzi sono sette e si esauriscono in poco meno di venticinque minuti, mostrando una chiara impronta rock sospeso tra l’indie anni zero e l’alternative anni Novanta, accennando qua e là anche a influenze britpop e garage. A segnare l’album sono atmosfere quasi sempre cupe e malinconiche che abbracciano un sound diretto, ruvido, a tratti quasi grezzo, da “Invain” a “Camden Town”. L’opener è già un pezzo a presa rapida, che poggia su una struttura efficacissima, pur nella sua relativa semplicità e lo stesso vale anche, più avanti, per “I Barely Exist”, mentre “Kachina” incarna l’anima più alternative della band. Il singolo “Eyes” strizza l’occhio al punk e, proseguendo con l’ascolto, “Panic Toll” canta la sofferenza per le difficoltà del passato. Verso la conclusione, “Cerise” si apre a sonorità più limpide prima di “Camden Town”, che chiude su note strokesiane. La band vicentina debutta con un bel lavoro: c’è qualcosa da limare per dare un taglio più personale alla proposta, ma le premesse per il futuro sono già importanti. (Piergiuseppe Lippolis)