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IVANO LEVA  "The rain of october"
   (2020 )

In The Rain of October Ivano Leva ci conduce per mano all’interno di meravigliosi luoghi dell’immaginazione. Che siano foreste verdissime, corsi d’acqua brillanti o deserti asfittici, il suo pianoforte è vita e pennello, e sa dipingere esperienze che ci pare di vivere non solo nella mente ma pure nel corpo.

The Rain of October è un album per pianoforte solo che attraversa gli stati d’animo e i generi più diversi. Ci sono la malinconia di “Through a Windshield”, puro pezzo di classica che ricorda una giornata di pioggia osservata da dietro un vetro, in una campagna romantica e pressoché desolata. Non manca l’incoraggiante jazz sofisticato e sensuale che è “To My Soul”, le cui note nervose e i continui cambi di approccio sembrano condurci all’interno di una notte infinita. Ci sono “Autumn Rainy Morning”, sinistra e inquieta, e “Crystalizing”, un brano che sfiora l’improvvisazione e che sembra danzare sulle soglie di un baratro.

Il talento di Ivano Leva è evidente e purissimo. Saper mescolare con così tanta dimestichezza e coraggio jazz, avanguardia e classica più tradizionale non è certo da tutti. È in questo modo che prendono vita le conturbanti “Words in the Rain” e “Fragrances”, ambiziose, stratificate e complesse, o le sperimentali “Deafening Silences” e “Dawn”, coraggiose e piene di riferimenti altissimi, da Keith Jarrett a Morton Feldman. A volte minimalismo e decorazioni si intrecciano e divengono pura materia. Leva ha dichiarato che l’album ha le sue radici nell’anno passato, durante il quale ha attraversato traumi e dolori che gli hanno fatto letteralmente “vomitare” fuori questi splendidi brani.

E così, con dodici pezzi sinuosi e potenti, poetici e coerenti, Ivano Leva confeziona un disco maturo, pieno di esperienza e intriso in ogni suo angolo di una coscienza artistica rara e di fonti d’ispirazione differenti e notevoli. Leva riesce a gestire tutto questo con sapienza e passione, tratti che lo rendono un artista rilevante e sincero e un elemento di spicco all’interno di un genere che lui maneggia splendidamente. (Samuele Conficoni)