recensioni dischi
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BOBBY SOUL  "20/30"
   (2020 )

Per molti, il lockdown pandemico ha accentuato insofferenza e frustrazione. Invece altri han fatto tesoro della massa di tempo libero in più per elaborare progetti estrosi come “20/30”, nuovo album della luminosa carriera solista di Bobby Soul (Alberto Debenedetti), dopo le militanze nei Blindosbarra, Sensasciou e Voci Atroci. In lui, il fermo forzato ha visibilmente evidenziato insperate fantasie ideative, a tal punto d’incentrare gli 8 pezzi sul racconto surreale di tal Walter Marino Rizzi, appassionato di Ufo e studioso di come viaggiare nel tempo fino a ritrovarsi nel 2030 dopo essere deceduto 28 anni prima. Un disco (non volante!) colmo di trovate e guizzi geniali da spiluccare con particolare interesse. Dopo un minuto di speakeraggio, inizia sùbito ad innestare un caldo groove, incernierandolo in beats dinamici e griffati d’ironia, mentre in “Tutti elettrici stasera” si cade in un clima estraniante, con contorni che incrociano stille di variegate sonorità, con l’irruzione della tromba a conferire il quid evolutivo al brano. Invece, “Vorrei andare per la strada a ballare con te” è l’eleganza soul in modalità ballad, curata con raffinati inserti garbati e stilosi. Tenete presente che tutto il tragitto del full-lenght è avvolto da un’aurea narrativa surreale e gustosa, che porta l’orecchio in coinvolgimenti deliziosi, empatici, i quali non mirano all’eclatanza ma all’efficacia comune. Dopo la placida ordinarietà di “Ciao Rosy”, Bobby rilancia con la stralunata “Fossi uno che va in voga”, in un mood sospensivo tra matrici di new-soul e soundtrack da spy-story, in olezzo di genialità. Ora, l’occhio di bue viene puntato sulla dolcezza del pianoforte di Matteo Minchillo, che pennella note chic nella vellutata “Ridimensionati”, per una riflessione malinconica e vibrante. Annunci che vanno e vengono, atmosfere talvolta rarefatte e a(v)volte d’intenso magnetismo s’infilano nelle tracce come la necessaria complementarietà che Bobby si prefige di trasmettere per dare plausibilità al nucleo narrativo dell’opera, ed ogni dettaglio risulta al posto giusto, come riscontrato anche nell’immaginifica “Io recapito”. Ma… come “Finirà” tutto questo? Con un soul-funky tanto “cool”, che sembra suggerito dal compianto Marvin Gaye o, in generale, uscito dal cilindro dorato della Motown Records. Di certo, quella di Bobby Soul è un’opera di spessore, proiettata sì nel futuro ma che, al tempo stesso, sa tanto d’avanguardia, e chissà se lui stesso ne sia consapevole. Con quella gran bella anima soul-funk che si ritrova, ormai sarà capace di sorprenderci ad ogni nuova occasione: questo è poco ma sicuro. Scommettiamo? (Max Casali)