recensioni dischi
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MODERN STARS  "Silver needles"
   (2020 )

Avete presente “Ummagumma” dei Pink Floyd? Ebbene, credo che sia indiscutibilmente uno dei più importanti crocevia della psichedelia, dal quale sono, per forza di cose, transitate non so quante bands assimilando gli spunti, le idee e le influenze in esso contenute. Poi, alcuni collettivi come i Spacemen 3 e Suicide hanno fatto della matrice psych un vero culto, a tal punto da essere faro di riferimento anche per il trio laziale dei Modern Stars che, col nuovo album “Silver needles”, si mettono in scia di quel “credo” attitudinale, rappresentandolo con indubbie capacità compositive nei 7 pezzi contenuti. Al via, si giocano sùbito il singolo “Lord I’m ready”, incentrato su un pulpito abissale, sprofondato nei meandri della dispersione mentale. Smarrirsi nelle tratte claustrofobiche del combo è come rivelare a sé stessi verità introspettive che, contrariamente, non verrebbero a galla se non stimolate a dovere: ecco, quindi, che in “I hope to go heaven” echeggia la speranza nebulosa di meritarsi il paradiso, passando per il purgatorio della distonia riflessiva e narrativa. Marcano un incedere più funereo in “She comes now”, con un dondolio di chitarre e voci ipnotizzanti, tanto per non farci mancare nulla nell’arcano esistenziale. Poi, tocca al secondo singolo “Space and time” perseguire la retta via della maturità, con ossessioni oriental-mantra in stile indian-raga che richiamano, per certi aspetti paranoici, la Floydiana “Carefull with that axe Eugene”, mentre la spettrale “Jesus walk alone” mette i puntini sulla ricerca dell’uomo verso la piena coscienza di sé stesso in un viaggio dissonante e laconico. Al traguardo, il filo di lana è rotto con l’omaggio coverizzato di “Hey man” dei loro succitati idoli Spaceman 3, in un effluvio indefinito di voci e sensazioni tridimensionali. Ora, senza farsi trasportare da facili entusiasmi, posso affermare che “Silver needles” è un’opera che fa intravedere promettenti facoltà creative, tali da suscitare una lode estesa verso i Modern Stars: esempio vivente di come riportare felicemente in auge la scena psych italiana, e di come spiegare il nostro dualismo dell’anima con l’efficacia di un esordio da applausi. (Max Casali)