recensioni dischi
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MICHELANGELO NARI  "Vous permettez Aznavour?"
   (2020 )

Cimentarsi nella coverizzazione di un personaggio come Charles Aznavour non è impresa di poco conto, poiché si parla di uno dei più grandi chansonnier di ogni tempo con 300 milioni di dischi venduti e popolarità planetaria. Questo di Michelangelo Nari è un tributo centrato con rispettosa eleganza, trattato senza eccedere nell’opulenza ideativa e puntando unicamente sulla concretezza gestionale del progetto. “Vous permettez Aznavour?” annovera una dozzina di pezzi tra le centinaia incisi dal mito francese, ed è facile presupporre quanto Nari abbia “lottato” con la sua coscienza, combattuta per decidere certi episodi piuttosto che altri. Però, alla fine, riesce a venirne a capo, proponendo una ragionata selezione che non deluderà gli estimatori del grande Charles. Da “La Bohème” a “J’aime Paris au mois de mal” il Nostro sa destreggiarsi tra sei idiomi (francese, italiano, inglese, tedesco, russo ed ebraico) senza mostrare tentennamenti di sorta, e mette in cascina un risultato più che decoroso, puntando sulla famosissima “She” in versione swingata, ribaltando (con merito) quella originale più romantica. Non si può tralasciar di citare “La mamma”, che fu adottata da un altro gigante come Mimmo Modugno, forte della eco di best-seller che ebbe il brano in Francia: il tutto reso ancor più emozionante dall’estro musical-attoriale di Michelangelo (forte della fitta esperienza in teatro con i musical). Invece, il duetto che Aznavour fece con la Zanicchi nella struggente “Ti lasci andare”, qui viene riletto insieme a Rosy Messina, con azzeccata armonia empatica. Poi, il Nostro, con “For me formidable” si cuce addosso un atto “ad personam”, sfoderando qualità di istrionico performer qual è. A seguire, concede il bis in duetto in “Mio commovente amore”, stavolta con la stilosa Stefania Fratepietro, creando un chorus tangibile e coeso. Al termine, ci attende la splendida briosità della succitata “J’aime Paris au mois de mal” e, siccome non c’è due senza tre, ecco che chiama la singer Eleonora Segaluscio per narrare, nel terzo duetto, l’amore viscerale per Parigi con fervida passione: quella con la quale Michelangelo Nari ha guarnito la torta di “Vous permettez Aznavour?” per rinverdire ricordi ed emozioni dell’immortale chansonnier con prorompente quadratura d’intenti. (Max Casali)