recensioni dischi
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SINSID  "Enter the gates"
   (2020 )

“Enter the Gates” è il nuovo album dei norvegesi Sinsid, il secondo della loro carriera discografica, a due anni di distanza dal debutto con “Mission from Hell”. La proposta degli scandinavi è vicina alla tradizione più classica dell’heavy metal, ma accoglie influenze blues, rock e i classici elementi che, a quelle latitudini, vengono descritti come “viking metal”. Sono le sferzate chitarristiche della breve “Rise of Fury” ad aprire un album che in avvio propone anche la titletrack, segnata da un sound denso di elettricità e graffiante, unito a una prestazione canora di assoluto livello. Fa più fatica a emergere “Fighting with Fire”, salvata nel finale da un passaggio più lento che spiana la strada a un assolo, ma va meglio con “Hail to the Gods”, che deflagra nella fase centrale dopo aver alimentato un profondo senso di tensione in tutta la prima parte. “Point of No Return” mette al centro le chitarre, ma sembra aggiungere poco al discorso. La seconda metà si apre con le distorsioni e la rabbia di “666”, ma cala con le successive “Dawn of Night” e “Roll the Dice”, sotto diversi punti di vista troppo simili a quanto già ascoltato. I norvegesi, comunque, riescono a piazzare il guizzo finale in chiusura con “Freedom of the Sea”, che risolleva l’asticella. I Sinsid tornano con un album il cui principale difetto è la ripetitività ossessiva di alcune soluzioni, ma che riesce a offrire brani di grande spessore quando si svincola dal medesimo schema. La sensazione è che basti poco per il salto di qualità. (Piergiuseppe Lippolis)