recensioni dischi
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CHIMINYO  "I am panda"
   (2020 )

Chiminyo è un percussionista e produttore di stanza a Londra che da pochissimo ha pubblicato “I Am Panda”, il proprio album di debutto sulla lunga distanza per l'etichetta Gearbox Records. “I Am Panda” include dieci brani per poco meno di tre quarti d’ora di durata, e vede la collaborazione di diversi musicisti della sempre fertile scena underground londinese. È piuttosto complicato racchiudere “I Am Panda” all’interno di un singolo genere musicale: l’album affonda le sue radici più profonde nel jazz, ma, in nome di ricerca e sperimentazione mai smaccate, approda in lande future pop, abbracciando astrazioni hip hop ed elettronica. I paesaggi sonori dipinti da Chiminyo all’interno della sua opera prima hanno un che di futuristico, con le percussioni elettroniche sempre al centro del discorso. La titletrack ci porta in una nube elettronica densa e ricca di sfumature, prima delle stratificazioni avvolgenti di “Run” e soprattutto di “Pan’s Call”, che flirta con soluzioni ambient e risulta impreziosita dalla voce sullo sfondo estremamente funzionale al contesto. Il tema si fa più jazzy con “Reachin’”, mentre “…Higher Together”, più breve e dilatata, ricama su soluzioni classicheggianti in un climax brillante. È una sorta di future jazz quello elaborato in “Breathin’, con la partecipazione di Clara Serra Lopez, mentre “Sinkin’” si ferma tra future pop, leggera psichedelia e abstract hip hop. “…Into the Sunkiss” è l’intermezzo che spiana la strada al finale, all’insegna di contaminazioni hip hop e afrobeat (“See Me”, con K.O.G.) e al caos ordinato e razionale di “Pandora”, con il feat. di Dunja Botic. A un anno dall’EP con cui aveva cominciato a presentarsi al grande pubblico, Chiminyo sforna un prodotto di grande spessore, che riesce a combinare fruibilità e pulsioni sperimentali, sviluppando un linguaggio autentico che potrà raggiungere diverse categorie di ascoltatori. (Piergiuseppe Lippolis)