recensioni dischi
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GARDA 1990  "Venti"
   (2020 )

Sebbene in apparenza possa sembrare un delizioso compendio di citazionismo emocore, ad un ascolto attento offre molto di più “Venti”, ep di cinque brani del progetto Garda 1990, creatura del bolognese Davide Traina, evolutosi dalla veste solista degli esordi con canto in inglese all’attuale formazione a tre con Lorenzo Atti al basso e Albrecht Kaufmann alla batteria.

Pubblicato per Floppy Dischi/E’ Un Brutto Posto Dove Vivere/Non Ti Seguo Records, “Venti” è segnato da un passaggio all’italiano che regala nuova linfa, adattandosi a meraviglia a questa musica sofferente e tesa: un’inquieta agitazione scorre come elettricità attraverso brani nervosi, melanconici, introversi.

Una dolente frenesia si fa furente nell’accelerazione che sventra “Essere” prima di culminare nel registro screamo del finale, lo stesso grido straziato che trafigge il saliscendi di “Martello”; lambisce in più occasioni lande desolate al confine con i Fine Before You Came, sfiora talvolta la diretta efficacia dei Latente (“Bordo”), ma sa anche placarsi nella sfuggente afflizione à la Cosmetic di “Difetti” o cimentarsi in divagazioni che suggeriscono interessanti aperture ad una più ampia interpretazione del canone (“Infra”, con voce nascosta e parte di basso sontuosa).

Un quarto d’ora serratissimo di musica tirata all’inverosimile: ed anche se mette in fila alcuni tra i più consolidati stilemi del caso, sa andare ben oltre i paletti, osando e rischiando con coraggio e lungimiranza. (Manuel Maverna)