recensioni dischi
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SCAPHOID  "Absent passages"
   (2020 )

Scaphoid è il moniker del polistrumentista texano Matt Hobart. A quattro anni dal suo debutto con l’EP “Dies Mercurii”, Hobart è tornato con “Absent Passages”, che rappresenta anche il primo lavoro sulla lunga distanza per questo progetto. “Absent Passages” condensa otto brani in poco meno di un’ora e propone un sound ascrivibile alla voce progressive metal strumentale, ma durante il suo percorso mostra la capacità di muoversi agilmente fra aggressioni frontali e passaggi più ragionati, in atmosfere che diventano corpose o eteree, dal sapore quasi space, a seconda dei momenti. “Marauder”, opener e primo singolo estratto, regala già questa sensazione, con un basso sugli scudi e arpeggi educati che trasformano lentamente il brano verso un finale furente. A spiccare, comunque, sono anche “Melpomene”, immersa in un’oscura ambientazione space che anticipa un susseguirsi di piccole deflagrazioni in coda, impreziosite da assoli mai eccessivi, la cavalcata conclusiva “Infrastricken”, lunga quasi un quarto d’ora, e “The Coldness of Clarity”, probabilmente il brano più atmosferico del lotto, che in certi passaggi concede momenti aciduli à la Pink Floyd e si caratterizza per la sua straordinaria eleganza. “Absent Passages” non è un album rivoluzionario, ma di certo non faticherà a scaldare il cuore dei fedelissimi del progressive in senso lato. (Piergiuseppe Lippolis)