recensioni dischi
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GINTAS K  "Sound & spaces"
   (2020 )

Gintas K è il moniker di Gintas Kraptavicius, sound artist e compositore lituano, molto conosciuto in patria per la sua attività nel campo della musica sperimentale ed elettroacustica nell’ultimo quarto di secolo. Le sue composizioni ricorrono spesso alla tecnica della sintesi granulare e ai suoni del computer, ma non rinunciano totalmente all’elettronica live e all’inserimento di piccoli stralci melodici. Si inserisce in questo contesto anche “Sound & Spaces”, l’ultima fatica discografica dell’artista, che ha visto la luce a metà ottobre: computer, tastiera midi e controller sono gli unici strumenti utilizzati da Gintas K per i sette brani che scandiscono i suoi quaranta minuti e che, eccezion fatta per “Per Aspera Ad Astra” e la conclusiva “Prolonged”, hanno per titolo semplicemente il rispettivo numero nella tracklist. “#1”, lunga quasi quattordici minuti immerge subito in un flusso denso di suoni elettronici e glitchati, che si accartocciano su loro stessi e cominciano lentamente a diradarsi soltanto a un minuto dalla fine. A conclusioni simili giunge “#3”, liquida e acidula nell’effetto, mentre “#4” si fa parecchio più grave e percussiva. Prima che la furia di “Prolonged” suggelli l’album, i capitoli “#5” e “#6” non aggiungono granché al discorso, insistendo su soluzioni troppo simili a quelle dei brani precedenti. “Sound & Spaces” è stato registrato in presa diretta e questo potrebbe aiutare a comprendere il perché di tanta omogeneità, ma sulla lunga distanza, per questo motivo, sembra perdersi un po’. (Piergiuseppe Lippolis)