recensioni dischi
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USTAD SAAMI  "Pakistan is for the peaceful"
   (2020 )

La Glitterbeat Records ha una collana di uscite discografiche chiamata “Hidden musics”, che dichiara di ricercare musiche localizzate, dove i suoni rappresentino in maniera netta la posizione geografica della propria provenienza, in aperta opposizione agli ibridi musicali globalizzati (cioè contro la cosiddetta world music). Con questo desiderio di autenticità, hanno prodotto il secondo lavoro di Ustad Saami. Dopo l’esordio del 2019 “God is not a terrorist”, il settantaseienne incide “Pakistan is for the peaceful”. Il suo peculiare utilizzo della voce prevede una scala microtonale di ben 49 intervalli! Una tale esplorazione armonica ha una lunga tradizione, originatasi nel 13° secolo nella qawwali, musica sacra utilizzata in ambito sufi. Accompagnato dai suoi 4 figli con harmonium, tablas e voce, Saami ti trasporta nelle profondità dello spirito, in tre tracce rispettivamente di 19, 20 e 6 minuti. Se in “Prayer for a saint” il contatto con la terra è mantenuto dalla presenza percussiva dei tablas, in “Aman (Peace)” l’utilizzo del solo harmonium, che segue pure l’andamento vocale, non ti lascia più appigli, è pura consistenza eterea. Infine in “True notes” l’harmonium si stabilizza, e quindi anche se la voce prosegue il suo viaggio melodico, abbiamo una stabilità armonica che facilita il raggiungimento della trance estatica. Onore a Ustad Saami nel portare avanti questa tradizione, nonostante le minacce del fondamentalismo islamico. Perché, se nel primo lavoro ricordava che Dio non è un terrorista, ora afferma esplicitamente che il Pakistan è per i pacifici, dunque anche i mistici. (Gilberto Ongaro)