recensioni dischi
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ZEROMANTRA  "La distanza di un semitono"
   (2020 )

Il progetto ZeroMantra è il frutto di una collaborazione tra musicisti nata tra i banchi del conservatorio di Trento per affrontare la difficile sfida con la materia leggera solo per definizione: la musica pop (nella sua deriva cantautorale, ma sempre di canzoni si tratta).

Al disco d’esordio, ma con una decina d’anni alle spalle di attività live, vincitori per due volte consecutive del premio Abbado e del premio Pino Daniele, i ZeroMantra sono un affiatato quartetto e le nove tracce che compongono “La distanza di un semitono” (pubblicato dall’etichetta francese Storie di Note) sono il risultato di una lunga opera di composizione e arrangiamento.

E la qualità del trattamento balza subito all’orecchio dell’ascoltatore attento. Infatti, anche se tutto sembra semplice e scorrevole, dietro c’è il lavoro di musicisti che procedono in modo minuzioso ed elaborato tra accordature aperte, ritmi dispari, arrangiamenti per archi e una sofisticata ricerca sui testi.

I brani sono tutti scritti dal cantante e chitarrista Matteo Abatti, ma arrangiati insieme al chitarrista Manuel Castellini con Matteo Valle e Andrea Dionisi rispettivamente al basso ed alla batteria. Il tutto è inquadrabile in un ambito rock, ma molto diluito, funzionale, per sostenere, con arpeggi, intarsi chitarristici e ritmiche essenziali, la voce misurata di Matteo Abatti che a tratti ricorda, per questo distacco emotivo, quella dei Tiromancino.

Anche i testi introspettivi, a volte immediati, a volte meno, racchiudono perle di saggezza, concetti esistenziali, stati d’animo, tanti passaggi poetici, ed è presente anche un’introduzione al brano ”La tua storia” del regista e poeta Silvano Agosti.

I brani che colgono nel segno sono: “La scala dei colori”, che elabora la teoria della realtà come terapia, ricorrendo alla metafora della pittura; ”La storia di Emy”, che sfrutta le accordature aperte ed orchestrazioni di archi per evocare un racconto di nostalgia, amore e riscatto; la poetica “La Tua storia”, dove si indaga il meccanismo fatale dell’attrazione “come fa l’insetto con il fiore e la luna con il mare”; la delicatissima title track “La distanza di un semitono”, che, tra echi Stinghiani e archi avvolgenti, ci ricorda la caratteristica particolare della vicinanza: “il bene se lo vuoi ricevere in regalo prima lo devi dare”; poi il rock pedagogico di “Decidendo”, dove “si impara a immaginare immaginando, si impara ad amare amando, si impara a decidere decidendo”, ed il finale intimo e blueseggiante di ”Nel nostro giardino”.

Tutto molto elegante, di quell’eleganza di chi sa abbinare tinte e colori senza apparire eccentrico, e solo un osservatore attento riesce a notare il gusto e la raffinatezza.

Per cui, se volete scendere dalla nave diretta verso il continente del più bieco esibizionismo, prendete la scialuppa di salvataggio e remate fino all’isola ZeroMantra, non ve ne pentirete. (Lorenzo Montefreddo)