recensioni dischi
   torna all'elenco


OPENING PERFORMANCE ORCH., B.LASWELL & IGGY POP  "The acid lands"
   (2021 )

Il noto scrittore William S. Burroughs, uno di quelli che ha caratterizzato il Novecento americano e parte della Beat Generation, oltre a scrivere aveva anche inciso la propria voce varie volte (e la sua “Thanksgiving prayer” è più attuale che mai). Scomparso nel 1997, fa impressione risentire la sua voce in questo lavoro della Opening Performance Orchestra assieme al bassista e produttore Bill Laswell, e trovarla affiancata nientemeno che alla voce di Iggy Pop, anch’egli in veste di voce narrante. Le due icone della controcultura a stelle e strisce, una nella letteratura e una nel rock, si erano in realtà già incontrate in passato in questo modo, sempre per opera di Bill Laswell nel 1999 nel brano “The Western Lands” in “Hashisheen: the end of law”. L’incontro si realizza nuovamente, in un disco intitolato inequivocabilmente “The Acid Lands”, appena uscito per Sub Rosa Records. Visto però l’argomento di cui parla Burroughs nella prima delle tre tracce, è pertinente l’idea di ascoltarlo dall’aldilà: lo scrittore descrive le sette anime di cui secondo gli antichi Egizi saremmo fatti, una per una. “The secret name (…) second soul is second energy power light (…) number three is the garden angel (…) these three souls are eternal (…) access to the gift (…) to immortality”. Questi sono tutti spezzoni slegati, tanto per darvi un assaggio di dove entrerete ascoltando questo trip di 24 minuti. Al sesto minuto, quando la voce di William S. si ferma, siamo circondati da vetri che si infrangono, ma il terreno musicale sul quale poggiamo dall’inizio alla fine, è costituito da suoni oscillanti di computer, Moog, e all’inizio anche il theremin. C’è tutto quello che occorre per perdersi. Iggy Pop arriva al centro della prima traccia, e, se ho capito bene, racconta episodi autobiografici, partendo dai genitori. Ma l’ambiente sonoro è talmente avvolgente che è difficile tenere legate le parole ascoltate. Alla fine lo scrittore ritorna, per dirti che affronterai “your final enemy”, e scompariranno tutte le emozioni negative: “Horror, fear, hate, disease and death of human history, flows between you and the western lands. Let it flow: you have to be in hell to see the heaven”. Devi essere all’inferno per vedere il paradiso. La seconda traccia sono altri 17 minuti lisergici, stavolta senza parole d’accompagnamento. Protagonista è Bill Laswell, al basso e alla “mix-translation”, e così anche nei 4 minuti di bonus track “Naming the Seven Souls”, dove ripassiamo il discorso iniziale di Burroughs sulle sette anime, col ritorno del theremin. Se volete immergervi in un’esperienza musical spirituale, salite a bordo della Opening Performance Orchestra. Possibilmente tenendo gli occhi chiusi di fronte alla dreamachine. (Gilberto Ongaro)