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DOMENIQUE DUMONT  "People on sunday"
   (2021 )

“Menschen am Sonntag”, cioè “gente di domenica”, è un film muto del 1930, con sceneggiatura firmata da un giovane Billy Wilder. Mostra Berlino in quell’anno, ed è un semi-documentario che mostra la vita dei cittadini nel giorno di riposo; poi si incentra su alcuni personaggi, ma ciò che salta all’occhio è la tranquillità, la normalità nell’allora Repubblica di Weimar, che stava per crollare. Il film è stato restaurato nel 2005 e, per una sua proiezione nel 2019 al Les Arcs Film Festival nelle Alpi francesi, è stato chiesto a Domenique Dumont di comporre una nuova colonna sonora. Il musicista lettone, che con questa collaborazione giunge alla terza uscita discografica, ci invita in un’elettronica candida ed avvolgente, fatta di suoni tenui e calorosi. L’album “People on Sunday”, uscito per The Leaf Label, contiene 13 tracce in cui immergersi, è musica dove si può nuotare. Dato che il film al momento è presente su YouTube, consiglio di guardarlo con il muto, per farci andare la musica di Dumont. Il film è più lungo di circa 20 minuti rispetto all’album, quindi non si tratta dell’intero score utilizzato, ma solo dei momenti salienti, e di sicuro non corrispondono perfettamente alla sincronizzazione della proiezione al festival. Quest’operazione però vi fa capire benissimo, meglio di ogni descrizione verbale, la sensibilità dell’artista, le sue scelte scaturite dalle immagini. Il film rientrava nel movimento neo-oggettivista che, in contrapposizione all’Espressionismo, evitava scenografie deformate, in favore di una rappresentazione più realistica della vita. Ma non è neppure un realismo crudo e puro, perché c’è un amaro sguardo post-bellico, forgiato dalla sconfitta della Prima Guerra Mondiale. Visto a distanza, questo cinismo non si percepisce, anzi (spoiler in arrivo) quella coppia nervosa per il gocciolio del rubinetto, e che litiga per come si tiene un cappello, fa tenerezza. Inoltre, oggi noi sappiamo che quella quotidianità sarebbe stata presto spazzata via dalla ascesa di Hitler. Altro che cappelli, armadi che non si chiudono e gelosie (altri spoiler del film). E Dumont dunque, sceglie texture rilassanti e tranquillizzanti, che danno alla pellicola un punto di vista sicuramente diverso, rispetto alle intenzioni dei registi Siodmark e Ulmer. Uno sguardo di nostalgia per l’innocenza e la semplicità dei tempi, che fatalmente adesso rispecchia il nostro sguardo dei tempi prepandemici. Dai, fate un tuffo in queste sonorità synth-pop senza età, vi farà bene! (Gilberto Ongaro)