recensioni dischi
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ALTERIA  "Vita imperfetta"
   (2021 )

Il problema di Alteria è che canta troppo bene.

Voi ci scherzate, ma è una questione seria. E’ lo stesso problema di Giorgia D’Eraclea, in arte Giorgieness, un’altra che la voce la sa usare eccome. Ugole dotte e disciplinate che sanno modulare quello che vogliono, al servizio di trame lineari ben congegnate e dense, impregnate di contenuti importanti e ricche di parole pesanti.

Divinamente co-prodotto da Max Zanotti su etichetta Vrec Music Label, con suoni e arrangiamenti rotondi e levigati, nulla fuori luogo e tutto al posto giusto, “Vita imperfetta” mette in fila dieci canzoni limpide q.b. in trentotto minuti mediamente tesi, appena placati da sporadiche oasi di più misurata riflessività.

Il trittico iniziale mette in fila altrettante bordate che esaltano al meglio le doti di questa interprete sui generis, pezzi squadrati, saturi e veementi, costruiti per accrescere il pathos disegnato dai testi – intriganti e personali – attorno ai quali l’album a lungo si sviluppa: l’opener “Benvenuto bene” è una sberla ben assestata, “Apnea” si allarga in un congesto crescendo finale, “Punto di rottura” porta a spasso il suo malessere su un tema accattivante, mostrando l’ arma migliore di cui Alteria dispone, ossia una forma-canzone tenace e diretta, ben assecondata dalla velocità. E’ quando si alzano i giri, il ritmo accelera ed il clima generale si incattivisce che arrivano gli episodi più centrati ed incisivi, si tratti della sassata di “Zero necessità” (che non dispiacerebbe a Irene Viboras) o del beat incalzante di “Guerra”, con tanto di basso tellurico mixato dritto dritto nello stomaco; ma è una scrittura che sa anche piegarsi all’esitazione di “Arma a doppio taglio” - esplicita rinuncia ad inseguire melodie accattivanti insistendo su un mood incupito - o concedersi nuda all’uditorio nell’intimità svelata della conclusiva “Giove, Saturno e tutti contro”, confessione struccata e amaro commiato.

Al solito, le due facce della medaglia, i diversi volti di un’artista che gioca a smorzare con la ricerca assidua di linee vocali pulite e nitide una nota di rammarico disseminato in versi dolenti e feriti.

Me l’aspetterei più rabbiosa, indisciplinata, furente, scomposta. Il problema è che canta troppo bene. (Manuel Maverna)