recensioni dischi
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SAMBIGLION  "Tu eri lì"
   (2021 )

Fortuna che, sempre più, si captano segnali di artisti che riluttano tentazioni di facili ammicchi, per consegnare al mercato lavori degni di nota che puntualizzano il serio impegno di solcare percorsi qualitativi che restino impressi nella memoria degli ascolti. Quantomeno, è quello che anela il vigevanese Sambiglion (Ruben Caparrotta) con un debut-album tremendamente sincero come “Tu eri lì”, rilasciato dall’intraprendete etichetta sarda La Stanza Nascosta, capitana dal produttore-musicista Salvatore Papotto. Magari, il pubblico che si ritaglierà Sambiglion non sarà costituito da numeri clamorosi ma, senz’altro, sarà fatto di un’elite uditiva sopraffina di buoni intenditori. L’ossatura dell’intera opera si staglia su ideazioni essenziali, dalla minimalità empatica e potente, che sa conquistare con onestà intellettiva e con trasparente furore garbato. C’è ironia, sarcasmo, satira, ponderazioni dal ghigno sottile ma scevre da prevaricanti riflessioni sempre borderline tra sociale e personale, tra slanci contemplativi e scalpitii esorcizzanti, volti ad ambire a cambiamenti provvidenziali. A capo-tavola degli otto pezzi c’è il singolo “Lunatica”, con vagiti che rimandano all’ironia malinconica di Rino Gaetano, dal retrogusto agro-dolce, col suo “Ritmo di vita” che prevede anche battute sincopate in marcetta abrasiva ed irridente, mentre “Troppo spesso” e “L’etrusco” agitano lo spartito con incidenza narrativa involontariamente catchy, e ciò (a casa mia..) si chiama onestà. Invece, in “Mastro Misciu”, si respira mood De Andrè-iano che è un gran piacere: ideale prologo alla titletrack, la cui tematica (filo-“Bocca di rosa”) non è spiccia emulazione, ma convinto spaccato artistico su cui posare la pietra autoriale. La gaia e saltellante “Usa” anticipa la più scarna del reame: ossia, la minimalissima “La più bella”, commentata da acustica spagnoleggiante ed alchimia nostalgica che fa calare il sipario su “Tu eri li”, album (pre)destinato al plauso della critica, riservato solo a dischi che lasciano segnali di concretezza e credibilità. Resterà… (Max Casali)