recensioni dischi
   torna all'elenco


MASSIMO SORGENTE  "Sogni e canzoni"
   (2021 )

Difficile, complicato, contorto, arzigogolato, criptico, misterioso. Ecco, dimenticate questi aggettivi, non li troverete nemmeno di striscio nel secondo album di Massimo Sorgente “Sogni e canzoni”, nel quale l’unica parola-chiave dell’intero progetto è: semplicità. Già, perché l’intento del cantautore salernitano è quello di evitare cervellotici meccanismi ideativi per abbracciare il gusto di un racconto che sappia di naturale quotidianità: base essenziale per assaporare i sensi della vita. Lui, li ha saputi maturare coltivandoli con la musica, per poi sfumarli in confidenze jazz, mediterranee e sudamericane alquanto eleganti, giusto per stabilire un unico dogma: quello di dare alle canzoni il magico fascino del passato che contribuiva, non poco, a dare agli uditori adeguate emozioni e sogni a portata di voce e di testo. I dieci brani previsti sono il microfilm dei suoi sentimenti verso la sua dolce metà, la vita, la famiglia e tutto ciò che è fonte di passione. Al via, troviamo tosto la titletrack, che mette in rilievo l’intenzionalità raffinata che persegue Massimo nell’intero lotto e, dopo l’eloquente dedica alla moglie in “Bella”, cominciano a spifferare aliti di bossanova jazzata nelle splendide “Una sera che mi ispira” e “Perché ti voglio bene”. Ovunque scorrono carezze a raffica, tanto per bilanciare al meglio i toni, mentre “Invece sei tu” non fa altro che rafforzare sensazioni morbide con la leggerezza ispirativa di Eduardo De Crescenzo. Il suo è un “Dialogo”, sussurrato sì, ma con brio evocativo e confidenza sottopelle, tipo Dirotta su Cuba negli episodi stilosi. Poi, ci dondola con aspetti sognanti in “Quando un giorno ritornerai” e con la conclusiva “Adesso libero”, similarmente come ce li donava l’inarrivabile Bruno Martino. Tuttavia, per come lo ha confezionato, va riconosciuto a Massimo Sorgente che “Sogni e canzoni” suona chic e con classe infrequente. Se saprà mantenerla nel tempo, saremo lieti di dargli ancora l’attenzione che merita e (forse), la distanza con i giganti citati non sarà più cosi incolmabile. (Max Casali)