recensioni dischi
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CORNEA  "Apart"
   (2021 )

I Cornea sono una band originaria di Padova, formata da Nicola Mel (chitarra e sintetizzatore), Andrea Greggio (batteria) e Sebastiano Pozzobon (basso). Hanno debuttato poco meno di un anno fa con “Apart”, sei brani per quasi quaranta minuti di durata, un album dalla lunga gestazione che riflette già una direzione piuttosto chiara e influenze che, per quanto riconoscibili, non appaiono mai ingombranti (Russian Circles, Deftones, Mogwai, God Is an Astronaut, Explosions in the Sky e, a tratti, pure i Black Sabbath). La proposta dei Cornea muove da basi post rock, ma arriva a lambire i confini dello shoegaze nei passaggi più muscolari, con qualche sottile venatura psichedelica nei momenti più ipnotici. I Cornea trasportano in scenari onirici, ma rivelano una perenne inquietudine di fondo, evidente nella pesantezza, a tratti claustrofobica, delle sonorità che contraddistinguono “Apart”. L’album si apre con il delay dolce di “Daydreamer”, che poi propone accelerazioni e distorsioni con regolarità quasi geometrica, mentre “Kingdom”, ragionata e scandita dalla batteria, ammicca al post metal. “Will Your Heart Grow Fonder” si colloca al centro, con sette minuti ad altissima intensità nei quali confluiscono, di fatto, tutte le principali influenze della band. È il momento migliore dell’album, ma la seconda parte regge perfettamente: introdotta dallo shoegaze più dolce ed educato di “Saltwater” e chiusa dall’ottima “Diver”, conosce il suo apice con “Sentinels of a Northern Sky”, fra dissonanze e un delizioso pianoforte che culla i diversi climax del brano. “Apart” è un debutto importante, che proietta i Cornea su una scena non troppo affollata in Italia in questo momento storico e che potrebbe portarli a diventarne protagonisti autorevoli. (Piergiuseppe Lippolis)