recensioni dischi
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PRIMITIVE MULE  "Mister sister"
   (2021 )

Ruvido, cattivello e sincero nel suo assalto a testa bassa, “Mister sister” segna il debutto lungo su etichetta Jetglow Recordings per il quartetto Primitive Mule, nato a Milano nel 2014 e formato da Milo Mussini, Michele Tenca, Francesco Tolin e Andrea Gessa.

Nelle nove tracce di questo esordio ispido e tenace trovano spazio istanze di varia discendenza, fedeli sì ad un certo sound di matrice psych-stoner, ma virato in cinquanta e più sfumature di novello indie intriso di chitarre nervose condotte a passo massiccio. La martellata spaccaossa di “Downtown”, il blues sporco da Sister Double Happiness di “Frenzy bomb” (con bell’ingorgo finale, congesto e violentuccio), il divertissement strumentale di “Your wife rates your dick 2 stars”, il garage sporco – più Jet che Strokes - di “Three little fuckers” sono solo alcuni degli episodi migliori di un disco che ondeggia con padronanza e scioltezza fra ritmi sostenuti ed oasi di inattesa quiete.

Dal passo lascivo ed incalzante del primo singolo “Man on the street” al garbo laid-back à la Libertines dell’arpeggio di “Grace’s skin smell” (con veemente impennata nel ritornello), passando per l’hard-rock vorticoso dell’opener “Tonight is a good night”, “Mister sister” presenta una band gagliarda e ben indirizzata; la lenta cadenza – ossessiva e languida al contempo - di “Don’t follow me” chiude su un’aria desolata ed intensa un album figlio di lezioni ben apprese e mandate a memoria, rilette con gusto e personalità e capaci di offrire non pochi accattivanti spunti di interesse. (Manuel Maverna)