recensioni dischi
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LUCA BONAFFINI  "Il paracadute di Taccola"
   (2021 )

Luca Bonaffini, noto braccio destro di Pierangelo Bertoli ma anche prolifico cantautore, aggiunge alla sua folta discografia un nuovo capitolo: “Il paracadute di Taccola”, fitto di riferimenti letterari e culturali a partire dal titolo, che evoca uno dei progetti dell’ingegnere quattrocentesco Mariano di Jacopo detto il Taccola, ispiratore tra gli altri di Leonardo Da Vinci. Quattordici canzoni dagli arrangiamenti classici (chitarra acustica con note di elettrica, batteria soffice, tastiere e basso) per dar risalto alle tante parole che Bonaffini inanella. Anche se i protagonisti sono soprattutto i testi, qua e là ci sono dei piccoli giochi armonici che catturano l’attenzione. Come nel brano d’apertura “Il futuro ero”, dove il flauto ci accompagna in una modulazione dalla strofa al ritornello, mentre Luca impersona il futuro come un’entità che si guarda indietro: “La lunga attesa in una stanza, seduto all'angolo di un mondo che verrà. Quale occasione, che circostanza, la giusta trappola tra noi è l'eternità”.

“Il cosmonauta” invece ci porta nello spazio per sognare: “Il cosmonauta ha perso le chiavi di quella stanza, abitata da sogni, ma senza astronavi. Sfonda le porte dell'universo, per ritrovare lo spazio ed il tempo di un mondo diverso”. Un sax soprano fa partire “Il pensatore stanco”, forse un brano dove Bonaffini si riferisce a sé o comunque a un’anima affine, definendosi “Un fragile utopista schivo e privo di cinismo”. I suoni folk de “L’Imperatrice d’Irlanda” fanno ricordare lo stile che a volte Bertoli abbracciava, si sente la sua scuola, per raccontare visioni fiabesche: “Poi d'un tratto riapparve tra le onde del cielo a cavallo di un delfino”. Pianoforte e ovetto (shaker) caratterizzano “Omero”, che affronta coraggiosamente la morte, senza giocarci a carte. Ma le carte compaiono invece in “Sir George”, che gioca a fare Dio, ma si parla di crescita interiore. Poi è il turno di due brani dai titoli aforistici: “Quella dolcezza che ha cambiato il mondo” e “Quando l’amore si faceva in bianco e nero”. La prima è sognante, nella seconda il pianoforte fa modulazioni a volte ardite, ma sempre romantiche. E si affrontano i sentimenti, nel secondo pezzo sembra essere un amore vissuto durante gli anni della guerra: “cento bombe già cadute sugli argini, su albe e tramonti, sui pasti bruciati di mamme coi figli nascosti sui monti. Baciami e stringimi l'anima, piccola donna più dolce per me, sognami in un vecchio cinema, tra l'oro di Keaton e il blu di Marlene”. Il passato è costante in questi brani, come in “Bella ieri”, riferendosi a una donna che parla coi vicini e litiga con la tv.

Nonostante la quotidianità ispiri questi brani, poi arrivano delle virate colte come “nell’assenzio di Paul Verlaine” de “L’ombra”. Che apre con una domanda difficile: “Cos'è che fa bruciare un uomo fatto d'acqua riposto in fondo al mare?”. “La perla bianca” ci riporta al presente di un anziano vedovo: “Adesso che ho 90 anni e vivo accanto a me, sotto il gilè degli inganni gonfio di perché, te ne sei andata troppo presto, troppi sogni fa, il tempo è un re disonesto che sceglie chi resta e chi va”. L’atmosfera di “Pizza margherita” ricorda quella malinconia elegante di Fabio Concato, mentre metafore botaniche arrivano in “La vera età”: “Tu diventasti una quercia e io una rosa assopita”. Tra vere età, ricordi e nostalgia, sembra che il tempo sia una costante nella mente del cantautore, e infatti il disco si conclude con “Clessidre”, dove si mostra la sensibilità nel parlare a cuore aperto delle fragilità umane: “E non è mai normale ammettere un errore, stringere e ringraziare chi ci ha insegnato i gesti dell'amore”. Questo è Luca Bonaffini, un cantautore che esplora l’intimità e la racconta con semplicità, ma con la sincera passione per la letteratura, senza alcuna pretesa di “insegnarti” qualcosa, ma anzi col desiderio di condividere l’emozione delle letture. Per chi sente la mancanza del cantautorato classico, quello non scontato ma neanche pretenzioso. (Gilberto Ongaro)