recensioni dischi
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AUGUSTINE  "Proserpine"
   (2021 )

La musicista carismatica Sara Baggini, con il suo grande gusto musicale sopraffino, si mette in luce sotto le vesti di Augustine narrando sentieri e ombre personali vicine alle leggende antiche, fino ad arrivare sul percorso di Proserpina, la regina degli inferi che lancia il suo sguardo sui passaggi oscuri della vita, per poi toccare la sua tragedia lungo il viaggio infinito e delicato. Con questo nuovo lavoro “Proserpine” per l’etichetta italiana I Dischi Del Minollo, il viaggio colpisce nel profondo su paesaggi che sfiorano la realtà e l’inconscio di noi stessi. Fino a spingere il suo vortice di pensieri e conseguenze, sulla nascita di una nuova vita in una realtà distorta.

Le sonorità dark folk, prendono vita sul tappeto slowcore avvolto dalla linea vocale stupenda di Sara che dipinge parabole eccellenti su ogni brano, per un’oscurità che pian piano diventa padrona di qualsiasi cosa. Con l’apertura misteriosa di “Tower Stones”, il giro di basso ipnotico si culla dolcemente sul timbro malinconico del brano, e la voce si incastra sulla drum machine che fa capolino nel finale. Segue “Pomegranate” che in stile PJ Harvey colora il tempo su un’atmosfera sognante e la chitarra leggera porta il tema principale in qualcosa di delizioso.

“Response of the Oracle” invece è una composizione notevole, che in modo sussurrato prende corpo nella parte finale su un tiro magnetico. Mentre nella graffiante “Fanny, they Killed Me” troviamo uno stile graffiante e una chitarra in sottofondo preziosa. I passaggi irregolari della batteria scandiscono un limbo sonoro da brividi. Proseguendo il nostro cammino, ecco la suite “Pagan” con sonorità medievali che narrano un paradiso meticoloso, e sulle successive due tracce “The Dark Place” e “Moments of Pleasure and Joy” continuiamo il discorso diretto e ricco di qualità. Le tematiche si agitano sopra le note dolci di una struttura ricercata, su una giusta sofferenza al suo passaggio. Invece con la danzante “How to Cut Your Veins Correctly” cambiamo di poco le intenzioni del lavoro, su un tempo danzante e energico, per poi tornare nei passaggi acustici quasi teatrali di “Good News”.

Nella parte centrale di quest’opera ci soffermiamo sulla particolare “Adonis” dal nucleo commerciale e godibile, impreziosito da un synth leggero che completa il brano. Ora passiamo sulle onde del mare, che travolgono l’arpeggio stupendo di “Anemones” per uno dei brani più personali di questo lavoro. Nel videoclip diretto da Francesco Biccheri, l’emozione unica scorre alla perfezione, fino a toccare il profondo dell’anima. Prima di chiudere il racconto di questa vita oscura, gli incubi continuano a manifestarsi nelle profondità di “Deep, So Deep” con i vari strumenti, che si incastrano con grande attenzione per un risultato unico e grandioso.

Chiudiamo con una storia leggera su “My Love Speaks Flowers” e un amore dolce da scoprire. L’artista Augustine ci trasporta nella sua vita e nella sua fiaba, con una cura precisa e di grande spessore. Un’opera monumentale per cuori solitari e sensibili. (Simone Catena)