recensioni dischi
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DISARMO  "In anima"
   (2021 )

Non succede spesso, ma quando accade capisci subito d’impattare un disco vissuto in ogni singola nota, per l’intensità che irradia in odor di improvvisazione originaria, per poi essere ricamato nelle sessions d’incisione.

Non c’è che dire, tanto di cappello per il primo album “In anima” di Disarmo (alias: Claudio Luisi), che gioca sui terreni insoliti e poco bazzicati del nu-soul, R&B attualizzato e refoli jazz. Insomma, una sorta di ago nel nostrano pagliaio pentagrammato.

Poco male, visto che opere di siffatta eleganza, se non fanno gridare al prodigioso, ci vanno molto vicino. Nei 10 pezzi listati, Claudio riceve dalla sua scrittura una comprensione più profonda al cospetto dei vari aspetti esistenziali che affronta, e da quei sentimenti che vorrebbero tarpargli le ali, ed invece da loro viene strattonato per costringerlo sempre a guardarli in faccia.

Ma, per estrapolarli al meglio, gli occorre immegersi in acque inquiete, cupe ma delicate come l’iniziale “Macerie” o “Muro di Berlino”. Di certo, nell’album ondeggia un “Oceano” di old-style-soul ma griffato di reminescenze gloriose anni ’70. A trattare stili così, Disarmo rischia di ferirsi e portarsi dietro dei “Lividi”, ma è consapevole che può ostentarli con fierezza, poiché non è roba da tutti i giorni che un debutto giri cosi bene e con tanta classe, capace anche di fondere indie e soul in “Piombo”, e di roba pesante neanche l’ombra.

Seppur ostenti toni dimessi, in “Bro” si cela un’invettiva velata per narrare una vita a dir poco discutibile. Ma è solo un “Pretesto” per jazzare, poi, estrosi slap di basso tipicamente black, soul-funk. In chiusura, alberga l’immenso respiro pianistico notturno di “Trasparente”, nel quale spicca l’enorme classe vocale del Nostro.

Benché si fossero già pregustati sapori di talento con tre singoli usciti, i restanti inediti di “In anima” marchiano a fuoco il trademark finissimo di Claudio Luisi: artista sensibile e Disarm(o)ante. (Max Casali)