recensioni dischi
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MIRCO MENNA  "Se sto qui (è perché vi voglio bene)"
   (2021 )

C’è ancora una resiliente ondata di artigianato cantautorale che mastica nell’aria underground; quella che ci fa riassaporare quel gusto uditivo d’annata e che prova, comunque, a farsi largo tra le spire del nazional-popolare. Ma è un flusso riservato ai buoni intenditori e, tra questi, sono certo di rivolgermi a voi, sicuro di parlare a interlocutori “esigenti” di musica suonata veramente e ricamata come una volta.

Se siete dell’idea, approcciatevi al sesto disco di Mirco Menna “Se sto qui (è perché vi voglio bene)”, artista bolognese che continua a non tradire le aspettative, sfoderando un carnet di 10 brani che spaziano tra ballate, tammuriate, reggae, tarante e tango, sostenuti da una penna credibile e finissima, nonché abbellita nel suono da una equipe di musicanti fidati come Massimo Tagliata, Maurizio Piancastelli, Max Turone, Roberto Rossi.

In cima alla lista troviamo la briosa folk-bossanova di “Tutto il resto” ma, “In fondo in fondo”, il tango-taranta che propone Mirco è talmente godibile che, seppur lo estenda anche in “L’emergenza”, non si registra alcun passaggio tedioso. Nell’acustica jazzy di “Il primo bacio”, si scopre la grande fantasia del Nostro, nel variare le portate poiché, dopo la sensibile dedica a Carla Nespolo (prima presidentessa dell’Anpi) in “Canzone per Carla”, è già pronto a sterzare sulla tammuriata di “Falena” o nel gioioso cantautorato di “E parla” o in quello contemplativo di “Certi pensieri”, oppure coverizzando (in chiusura) “Canzone per te” di Sergio Endrigo, tributando il ricordo di Gianni Mura.

L’intenzione di Menna è palesemente incisa nel cuore ideativo dell’album, perché è proprio l’obiettivo del cuore che vuole centrare e lo poteva ottenere solo ri-editando, con nuove smussature, le sue emozioni, trasfigurandole con chiari intenti qualitativi. Insomma, se un certo avvocato-chansonnier come Paolo Conte disse del primo album del Nostro “…finalmente un disco saporito ed elegante…” ci sarà pur un motivo, no? E sicuramente direbbe lo stesso di “Se sto qui (è perché vi voglio bene)” e, forse, anche qualcosa in più perché, obiettivamente, ha una marcia in più. Come se fosse suonato in una balera d’epoca lontana ma molto elegante e virtuosa. (Max Casali)