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JOHN CAGE  "Variations VII"
   (2021 )

Lo sperimentalismo e l’attitudine provocatoria delle opere di John Cage continuano a influenzare enormemente la musica contemporanea, in particolare quella che vuole stupire e lasciare di stucco gli ascoltatori. Variations VII, appena uscita per Epicentre Editions, fu creata da Cage per un evento speciale tenutosi tra il 13 e il 23 ottobre 1966 a New York nel quale un gruppo di ingegneri, guidati da Billy Klüver, lavorarono al fianco di dieci artisti americani d’avanguardia. Nel tentativo di esplorare tutte le possibilità dell’elettronica, John Cage ha pensato a un’opera indeterminata nella forma e nei dettagli.

Nell’intro, in mezzo a un parlottio senza sosta del pubblico, tutto in francese, conduce sapientemente e maliziosamente dentro la performance, dando spazio e tempo all’ascoltatore per acclimatarsi. La performance inizia. Suoni di frequenze radio, tentativi di sintonizzazioni, frammenti di conversazioni, esplosioni si susseguono senza soluzioni di continuità. Si replica la vita reale, il marasma infinito della quotidianità. Il flusso magmatico dell’arte cageiana rende il lavoro variopinto, ostico, ambizioso, in piena linea con qualsiasi altro tipo di esperienza con la quale ci si può avvicinare al compositore americano.

La performance qui diffusa, nella sua prima esecuzione live dal 1966, si è tenuta il 15 agosto 2020 al Festival Le Bruite de la Musique. In un’ora e otto minuti siamo sottoposti a uno scatenarsi di suoni incostanti, totalizzanti e graffianti. Queste Variations parlano anche a noi, gridano a una contemporaneità sempre più tragicamente scollegata con le persone comuni che la vivono, ci ricordano che siamo figli della tecnicizzazione più sregolata e di una rottura ormai insanabile con la nostra interiorità. In questo mondo pazzo che ci sballotta un po’ ovunque, con violenza e insania, un costante chiacchiericcio – che forse Cage avrebbe ricordato nelle sue Empty Words composte una decina d’anni dopo –, frequenze disturbate e tragiche discontinuità sono lo specchio di noi stessi e delle nostre esistenze, lo specchio di qualcosa con cui dobbiamo fare i conti.

Variations VII non appartiene a un’epoca precisa: appartiene a chiunque, in qualsiasi epoca, e parla di fratture, incostanze, incertezze. Si tratta di tematiche che Cage ha esplorato a lungo, in profondità, in maniera diretta e sincera, pur nascondendosi dietro a quella cortina di fumo che è tipica di ogni artista che ama mantenere le proprie opere all’interno di una cornice di ambiguità. (Samuele Conficoni)