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GIUSEPPE CALINI  "Polvere, strada e rock'n'roll"
   (2021 )

Non è sufficiente entrare nel mondo dell'incoerenza per potere cambiare i modi di essere. Questa la bandiera della vita di cui si fregia il nuovo disco di Giuseppe Calini, robusto e longevo rocker di Legnano: ''Polvere, strada e rock'n'roll'', nel vero e proprio senso di quanto afferma il titolo del suo diciottesimo album.

La semplicità dei testi viaggia di pari passo con il suono roccioso che evoca le storie cattive, quelle da cui nascono però le rivalse migliori. Un suono che è sguardo sulla vita che è futuro pronto ad aspettare, dove si deve solo aprire la porta e sorridere al mondo. Un genere che è da assaporare a piccole dosi, beandosi della incallita maestria del 51enne Calini: gustoso, permeante, mai patetico, pronto a cogliere l'esatto confine tra la sensibilità ed il pacchiano. Non si copia, non si ripete, ed al trucco si contrappone la bontà della schiettezza, niente PC ma il buon vecchio mixer e tanto sudore. Tanto sapore. Tanta energia.

Il tempo sembra essersi fermato, si sono prese le robuste misure anti invecchiamento, e nell'album emerge quello che è davvero Giuseppe, un combattente di razza che non riesce proprio a stare dentro ai ranghi. A volte il rock ha bisogno di presentarsi nella maniera più cruda per andare immediatamente al sodo e colpire nel segno: ecco il vigore propositivo di ''Old Style Rock and Roll'', il brano introduttivo dei dieci che compongono il disco. La sicurezza di un suono che ci insegna a godere la vita, quella in cui era magico sentire la purezza della semplicità.

''Take me home'', casa mia sposa country e rock in una miscela che invita all' ottimismo; e già in questo motivo cogliamo l'immutato spirito di vicinanza all'America che si evidenzia nella successiva ''Ritorno in Alabama''. Più che le parole possono le chitarre, incisive ed urticanti. L'essenza di pensieri e messaggi di Calini è tutta nel brano che forse più di ogni altro ce lo fa conoscere, ''Guardo, sorrido e dico no'': cammino orgoglioso della mia semplicità, si può vivere con il vento in poppa anche privi di agi smoderatamente ingombranti. "Non ho l'i-phone, non ho l'orologio, guardo il cielo e rido un po', guardo, sorrido e dico io non ho".

Il giusto percorso da seguire è rivelato da ''Good bye, Route 66'', un brano di notevole godibilita' impreziosito da riff danzanti molto elastici. Ci si avvicina molto al Liga-style, una sorta di diario di viaggio dove ci si sente bene fregandosene di tutta la modernità che con la sua straripante tecnologia ha soffocato i rapporti sociali. Non ci si limita all'American Dream ma si maltratta l' artefatto con la genuinità.

Ecco ''Viaggio nel mondo'', la ballad che parla con il cuore e che presenta sonorità gagliarde davvero bellissime. Per vivere tutta la forza di Giuseppe Calini occorre ascoltare più e più volte ''Biglietto per la vita'', canzone che ha anticipato l'uscita del long playing, una autostrada per l'esistenza con un biglietto di sola andata; speriamo che non sia così, e allora finché c'è un battito, lo story teller di Legnano lo colma di energia cristallina, perché arrendersi è il solo verbo cancellato dal suo vocabolario. (Leo Cotugno)