recensioni dischi
   torna all'elenco


DARK REDEEMER  "Into the deep black"
   (2021 )

I Dark Redeemer sono una band bergamasca nata recentemente dalle ceneri degli Aleph, sciolti nel 2016 dopo l’ottimo “Thanatos” e dopo un percorso lungo un paio di decenni. Rispetto agli Aleph, che muovevano dal death metal, ma lambivano anche thrash e goth metal, i Dark Redeemer insistono in modo particolare sulla componente death metal.

Non a caso, tra i principali riferimenti artistici per i Dark Redeemer troviamo Obituary, Autopsy, Morbid Angel, Celtic Frost e, in modo anche più evidente, gli Entombed. Queste nuove suggestioni prendono corpo in “Into the Deep Black”, l’opera prima di questo nuovo corso, che comprende nove brani piuttosto diretti e violenti, inaugurata da “TMC”, il singolo di lancio.

Sin dalle prime battute, salta all’occhio la presenza pressoché costante delle tastiere, che vanno a incastonarsi perfettamente sulla rabbia primordiale, suggerita da una sezione ritmica come sempre corposa e capace di mostrare grande tecnica. Lo stesso cantato si mostra agile e in grado di proporre le variazioni sul tema necessarie ad aumentare fruibilità e spessore del prodotto.

Tra i brani più riusciti di “Into the Deep Black” c’è senza dubbio “Killing Ritual”, per la sua notevole qualità tecnica e compositiva, “Christians” e la stessa titletrack che rappresentano al meglio la sintesi fra l’estremità del death e tutti quegli elementi che, in fase di composizione, permettono di spostare più su l'asticella.

“Into the Deep Black” conquisterà facilmente i fedeli del death e gli ascoltatori dei succitati colleghi internazionali, ma a un ascolto più approfondito svela tutte le ragioni per le quali potrebbe raggiungere un pubblico anche più ampio. (Piergiuseppe Lippolis)