recensioni dischi
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UMAN  "Chaleur humaine"
   (2021 )

Gli Uman sono Danielle e Didier Jean, duo francese che da poco ha (ri)pubblicato “Chaleur Humaine” (su etichetta Freedom To Spend), realizzato quasi trent’anni fa.

Di fatto, i due, fratello e sorella, avevano già realizzato due album di stampo pop negli anni Novanta, ma erano passati piuttosto sottotraccia. “Chaleur Humaine”, invece, è un lavoro parecchio più personale, realizzato in uno studio di Orsay, vicino Parigi, che è diventato il quartier generale degli Uman, il luogo dove potersi esprimere nella maniera più indipendente possibile.

Da queste premesse, nel 1992, vide la luce “Chaleur Humaine”. Nel disco, Danielle canta, utilizzando la sua voce quasi come uno strumento, anche in virtù degli studi in canto gregoriano e in musica gospel. Il resto è dato da una cascata di sintetizzatori di miele, sample vari, compresi alcuni estratti da film, tracce di flauto di Pan, in un lavoro che non appare mai ridondante nonostante una durata importante (diciannove brani in poco meno di un’ora di musica).

Alla fine, “Chaleur Humaine” diventa un lavoro di elettronica ragionata e downtempo, e si rivela capace di superare agilmente la prova del tempo, ma anche di inserirsi senza fatica nel presente storico, pur senza mostrare somiglianze con altri prodotti più conosciuti di questa epoca. (Piergiuseppe Lippolis)