recensioni dischi
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VANEXA  "The last in black"
   (2021 )

Quello dei Vanexa è un nome certamente noto a chiunque abbia familiarità con la scena metal nostrana. I savonesi sono attivi dagli anni Ottanta e hanno vissuto diversi avvicendamenti in formazione, conservando comunque sempre un’identità solida e riconoscibile, decisamente influenzata dalla tradizione heavy metal angloamericana.

A cinque anni dall’ultimo “Too Heavy to Fly”, i liguri sono tornati con “The Last in Black”, pubblicato in estate per Black Widow Records. Una sensazione che si ha subito, specialmente ricordando alcuni dei lavori precedenti della band, è che i suoni siano leggermente meno ruvidi dei precedenti, ma non è uno snaturamento: le concessioni, più che melodiche in senso stretto, sono al blues e al rock, che si inseriscono sapientemente in trame metal della consueta qualità.

I pezzi di “The Last in Black” sono undici, per una durata complessiva che supera i cinquanta minuti. Tra i migliori, troviamo “My Grave”, impreziosita da una bella progressione che sfocia in un assolo di chitarra nella seconda metà, la successiva “Earthquake”, immersa in un’atmosfera sorprendentemente dilatata, ma con frequenti cambi di passo in un percorso frastagliato, e “Like a Mirage”, che si attesta sugli stessi livelli e restituisce qualche sensazione dei decenni scorsi.

In qualche momento, “The Last in Black” potrebbe anche spiazzare i fan di lunga data, ma, dopo qualche ascolto, difficilmente questo ritorno potrà non essere gradito. (Piergiuseppe Lippolis)