recensioni dischi
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CATHERINE GRAINDORGE  "Eldorado"
   (2021 )

Una sensazione di angoscia, sullo sfondo di qualcosa che sta per deflagrare accompagnata da una crescente tensione capace di irrompere nell'aria ovattata. Il suono racchiuso nella dimensione della notte, dell'attesa della morte eppure sempre provvisto di una luce in fondo alla tenebra.

''Eldorado'', secondo disco della violinista e violista belga Catherine Graindorge (uscito per Glitterbeat/Tak:til Records), esplora gli effetti collaterali legati al lockdown da pandemia. Musica di straordinario impatto dotata di una cupezza solenne, atmosfera greve uscita dalle nebbie fitte tipiche della sua città natale, Bruges, la Venezia del Nord dal fascino dark.

L'artista ha scelto di evocare attraverso otto quadri una narrazione continuativa, in forma lineare: ci sono i droni di ''Rosalie'', il brano che apre in forma ossessiva ''Eldorado''; c'è il rumore crescente di ''Lockdown'', il frastuono atmosferico della title track, divenuta anche tramite sonoro per cinema e teatro.

Catherine suona il suo violino con fioriture virtuosistiche eccellenti, come compare nella successiva ''Ghost Train'', ma sono i notturni il messaggio di morte e rinascita: splendida ''Sailing in the Air'' ed una struggente ''Butterfly in a Frame''.

Lo strumento tende a dialogare con tessiture sempre più irrequiete ma non è mai l'elettronica a prendere il sopravvento; non si mira ai grandi spazi e alle suggestioni futuristiche, si creano emozioni (''Before the Flood'', ''Kangaroos in Fire'') che rimandano ai ricordi, tutto velato di cupezza in accordo con musiche che sono anche molto spirituali, pur nella loro gravità. Ma in fondo alla tenebra traspare la luce, del desiderio di serenità da raggiungere, un desiderio il cui continuare a coltivarlo diviene Passione, urgenza di vivere assieme che si tramanda nel tempo rinnovandosi.

''Eldorado'' è stato prodotto da John Parish, già PJ e fedele collaboratore di Robert Harvey, oltreché collega musicista. Perfetto partner di Catherine Graindorge, e sposato al sound della virtuosa violinista e violista belga, chiude l'album con ''Eno'', omaggio personale all'amico Brian, con un ambiente sonoro simbiotico dello strumento dell' artista di Bruges.

La sintesi di questo quadro dalla enorme drammaticità non è solo dolore - la Graindorge ha prematuramente perduto il padre a causa della pandemia - ma anche il coltivare il desiderio ardente di Rinascita, il raggiungerlo attraverso una passione, il continuare a coltivarlo che equivale a urgenza di vivere queste emozioni assieme creando connessioni per condividere tutto ciò che si è trovato lungo la strada. (Leo Cotugno)